CAMPANIA - Cilento, alla scoperta dei musei della civiltà contadina
ANGELO GUZZO
18/08/2008 IL MATTINO
Una fuga verso la collina, lontano dal formicaio delle spiagge, rinfrescati dall'aria frizzante e balsamica dei monti del Cilento, alla scoperta dei musei della civiltà contadina.
Un itinerario tra storia, tradizioni e cultura popolare, da prendere in seria considerazione quando la costa è presa d'assalto, gli spazi si fanno angusti e il caldo diventa insopportabile. Il viaggio alternativo in questo estremo lembo meridionale della provincia di Salerno conserva un fascino del tutto particolare, unendo in uno straordinario mix stralci di vita quotidiana di un tempo, testimonianze degli antichi mestieri, atmosfere e suggestioni perdute. Iniziamo da Moio, alle pendici del monte Civitella, nel cuore antico del Cilento. Il Museo, sorto nel 1980, ha sede nei locali, appositamente ristrutturati, dell'ex Convento di San Francesco, nella frazione Pellare. La raccolta del ricco materiale, frutto del certosino, pluridecennale lavoro di ricerca del professor Giuseppe Stifano, documenta le trasformazioni della vita e del lavoro rurale sul territorio. Di particolare interesse la sezione enologica che, con la presenza di attrezzi e utensili, quali torchi in pietra e in legno, botti, cesti e un carro per il trasporto del vino ai porti della costa, testimonia come la viticoltura abbia svolto un ruolo trainante nell'economia locale. Il vino di Moio, noto già ai Romani, veniva molto apprezzato anche alla Corte di Napoli. Enorme interesse riveste il Museo della civiltà contadina di Ortodonico, frazione di Montecorice. Istituito da un'associazione culturale locale, sorge nel centro storico del borgo ed ha sede in una torre del palazzo marchesale degli Amoresano, risalente al XVI secolo. Tra i reperti più interessanti due vecchi frantoi, completamente in legno, per la molitura delle olive e la produzione dell'olio, specialità della zona. Di recente istituzione è il Museo di Rossigno Vecchia - paese abbandonato di incredibile suggestione - il cui scopo, per la singolarità di appartenere ad un "Borgo Museo", è di favorire la conoscenza e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali della "Pompei del Cilento", oltre che di documentarne storia, cultura e civiltà. Sorto nel 1976 come Museo agro-silvo-pastorale della civiltà contadina, il Museo di Morigerati, raccolto borgo interno del Golfo di Policastro, ha assunto oggi la denominazione di Museo Etnografico.
ANGELO GUZZO
18/08/2008 IL MATTINO
Una fuga verso la collina, lontano dal formicaio delle spiagge, rinfrescati dall'aria frizzante e balsamica dei monti del Cilento, alla scoperta dei musei della civiltà contadina.
Un itinerario tra storia, tradizioni e cultura popolare, da prendere in seria considerazione quando la costa è presa d'assalto, gli spazi si fanno angusti e il caldo diventa insopportabile. Il viaggio alternativo in questo estremo lembo meridionale della provincia di Salerno conserva un fascino del tutto particolare, unendo in uno straordinario mix stralci di vita quotidiana di un tempo, testimonianze degli antichi mestieri, atmosfere e suggestioni perdute. Iniziamo da Moio, alle pendici del monte Civitella, nel cuore antico del Cilento. Il Museo, sorto nel 1980, ha sede nei locali, appositamente ristrutturati, dell'ex Convento di San Francesco, nella frazione Pellare. La raccolta del ricco materiale, frutto del certosino, pluridecennale lavoro di ricerca del professor Giuseppe Stifano, documenta le trasformazioni della vita e del lavoro rurale sul territorio. Di particolare interesse la sezione enologica che, con la presenza di attrezzi e utensili, quali torchi in pietra e in legno, botti, cesti e un carro per il trasporto del vino ai porti della costa, testimonia come la viticoltura abbia svolto un ruolo trainante nell'economia locale. Il vino di Moio, noto già ai Romani, veniva molto apprezzato anche alla Corte di Napoli. Enorme interesse riveste il Museo della civiltà contadina di Ortodonico, frazione di Montecorice. Istituito da un'associazione culturale locale, sorge nel centro storico del borgo ed ha sede in una torre del palazzo marchesale degli Amoresano, risalente al XVI secolo. Tra i reperti più interessanti due vecchi frantoi, completamente in legno, per la molitura delle olive e la produzione dell'olio, specialità della zona. Di recente istituzione è il Museo di Rossigno Vecchia - paese abbandonato di incredibile suggestione - il cui scopo, per la singolarità di appartenere ad un "Borgo Museo", è di favorire la conoscenza e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali della "Pompei del Cilento", oltre che di documentarne storia, cultura e civiltà. Sorto nel 1976 come Museo agro-silvo-pastorale della civiltà contadina, il Museo di Morigerati, raccolto borgo interno del Golfo di Policastro, ha assunto oggi la denominazione di Museo Etnografico.