ORO: è il più fortunato in assoluto tra tutti i colori.
Il suo influsso altamente beneaugurante è fortemente sfruttato nella magia talismanica, nell'ambito della quale è il colore preferito per tracciare i cerchi difensivi entro i quali si disegnano i pentacoli planetari, cioè i talismani dedicati ai pianeti.
Un ambiente con una certa presenza di colore oro contribuisce a dare una connotazione energetica molto positiva a chi vi si trova.
ROSA: colore di Mercurio, in armonia con le vibrazioni più positive di questo pianeta.
E' uno dei colori più fortunati perché in corrispondenza con il "primo amore".
ROSSO: il colore Marte e dell'Ariete indica passionalità e irruenza, ma è anche uno tra i colori più nobili.
Indicato come colore dell'ambiente quando si voglia ottenere un effetto eccitante sotto ogni punto di vista.
domenica 30 agosto 2020
martedì 18 agosto 2020
leggende legate ai dati
DADI
Sono simboli di materialità, di stabilità e di fortuna da tentare.
Ma, al di là del loro ben noto impiego in coppia nel gioco che porta il loro stesso nome, i dadi sono considerati, presi singolarmente, come tradizionali portafortuna, in virtù dei numeri che recano sulle loro sei faccie e la cui somma dà 21, numero altamente simbolico nel campo dell'occultismo in quanto corrispondente agli Arcani Maggiori dei Tarocchi (escluso il Matto, che ha numero Zero).
Infatti, ogni numero dal a 6 ha, nella cabala popolare, un forte valore protettivo, e la loro presenza sui dadi li rende pari ad una sintesi di significati magici e protettivi.
Molte sono le persone che eleggono a portafortuna personale un dado di avorio, o di legno, o di altro materiale "naturale", il dado è un amuleto particolarmente adatto a essere "manipolato" e quindi "magnetizzato", perciò può rivelarsi notevolmente efficace una volte che sia stato scelto come portafortuna.
giovedì 6 agosto 2020
la principessa e l angelo
LA PRINCIPESSA E L’ANGELO
A Monteborello c’era una vaccheria con vacche, pecore e galline, e vi era
inoltre una chioccia con tutti i pulcini. Un giorno il Principe e la
Principessa andarono a vedere la vaccheria. Appena apparve loro la facciata, al
primo vederla, la Principessa disse: « Oh, com’è bella la
nostra vaccheria! Che possa ogni cosa tramutarsi in oro! » — Proprio
in quell’istante passò l’angelo, il quale disse: « Così sia! », e tutte
le cose diventarono d’oro.; il monte si voltò sottosopra, ed il Principe e la
Principessa rimasero lì sotto e diventarono anch’essi d’oro.
Leggenda Siciliana.
domenica 2 agosto 2020
lo spirito dell'otre
LO SPIRITO DELL’OTRE
Una notte un contadino tornava a casa a piedi dalla piana. Giunto a
Pisciazzaro antico, a occidente di San Pietro, vide in mezzo al]a strada un
otre pieno di olio. Il poveretto si rallegrò, si caricò l’otre sulla spalle e
continuò a camminare per la strada di casa. Ma più andava e più l’otre
diventava pesante, finché, giunto a un certo punto, il contadino non poté più e
lo posò sopra un muro.
Ma mentre lo deponeva, intese una voce grossa da dentro all’otre: « Posami
piano, che mi ammacco ».
Il poveraccio, come udì in quel modo: « Mamma mia, era il
diavolo! », e si fece il segno della croce. L’otre cadde in terra,
ruzzolò giù per la strada, gettò un cerchio di fuoco e scomparve. In
quell’istante suonava mezzanotte.
Il villano fuggì, ma tanta fu la paura, che di lì a quindici giorni morì.
sabato 1 agosto 2020
‘La leggenda del mare'. Tesori sommersi, racconti e curiosità'
‘La leggenda del mare'. Tesori sommersi, racconti e curiosità'
martedì 27 gennaio 2009
Per raccontare ancora il sogno di Ulisse
‘'Ha ragione Quilici: non è che per un Omero sia stato detto e raccontato tutto del mare''. Lo scrive Antonio Parlato, Commissario dell'Ipsema, l'Ente di previdenza del settore marittimo, presentando il libro La leggenda del Mare. Tesori sommersi, racconti e curiosità, supplemento della rivista ‘Nautes', edita dallo stesso Istituto.
Il saggio, con l'introduzione di Palmira Petrocelli e la prefazione di Folco Quilici, presenta un'antologia degli articoli pubblicati su ‘Nautes' dal 2003 ai nostri giorni, con contributi di Daniela Squarcia Matticoli, Gerardo Picardo, Tommaso Visone e Antonio Nardo. Un unico vento che impagina a più nodi le sezioni ‘Le arti e il mare' e ‘Le onde raccontano', disegnando il mare come orizzonte e speranza soprattutto del Sud, all'interno del confronto del Mediterraneo dei popoli e delle culture.
Negli anni il "bimestrale dell'Ipsema - rimarca Parlato - ha aperto le sue pagine a speciali rubriche che ‘raccontano' il mare di ieri e di oggi disegnando anche quello di domani, lo hanno esplorato sopra e sotto le onde, lungo ‘l'opera viva' e ‘l'opera morta', come dicono i marinai, dallo scafo della nave, agli abissi, alle montagne emergenti dal fondo e che chiamiamo isole''.
Le pagine di Nautes che hanno così rivelato del mare antiche leggende popolari e suggestive tradizioni, sorprendenti risultati della ricerca scientifica, con nuovi materiali e impieghi in campo minerario, alimentare, medico, cosmetico, energetico, misteriosi tesori sommersi che ne aumentano il fascino.
Ma, fa notare Parlato, hanno dato anche ‘'una dura risposta, nel loro piccolo beninteso, allo sconcertante esito di una indagine del Censis, commissionata da Confitarma qualche anno fa. All'interrogativo su quale percezione avessero del mare gli italiani, la risposta prevalente fu quella che vi si identificava il luogo delle loro vacanze estive. Non il luogo nel quale c'era stata e c'e' la via degli esodi epocali e delle bibliche migrazioni delle genti, delle guerre e del commercio internazionale, dell'approvvigionamento petrolifero e gasiero mondiale, della cantieristica, della pesca''.
‘'Per un ente pubblico come l'Ipsema - rimarca l'avvocato napoletano, peraltro autore di molti importanti saggi di storia meridionale- dinanzi al cosi' diffuso ‘analfabetismo' marino, da porre in diretta relazione con la genesi di molte tragedie del mare, dai sinistri navali agli infortuni che colpiscono i marittimi, era necessario reagire. Reagire costruendo il binomio cultura-prevenzione: questo mentre il Codice della nautica ipotizzava l'attenzione, in vari modi, a questo stesso argomento a partire dalle scuole e, piu' di recente, il D.L.vo 81/08 sulla tutela della salute e della sicurezza del lavoro riprendeva la scelta di una strategia formativa a partire dal basso e che, in questo nostro campo, non puo' prescindere dalla conoscenza dell'elemento, il mare appunto, con il quale, e mai a prescindere dal quale, uomini e navi interagiscono''.
Questo volume, il secondo della serie antologica di quello che Nautes ha pubblicato in questi ultimi due anni, non è dunque un solitario contributo alla conoscenza e alla diffusione della cultura del mare: Ipsema vi ha aggiunto la sua "Biblioteca del mare" da tutti fruibile e che, inserita in una rete ed in un circuito librario nazionale e che ha come capofila la Treccani, ha superato in questi giorni il primo migliaio di volumi tutti dediti alla letteratura, alle scoperte scientifiche, alla cantieristica, ai grandi viaggi, al mare, alla storia e persino ai manuali della navigazione ed alla sicurezza. Ecco dunque il significato di queste pagine e il ripetersi della innovazione. Perche' la leggenda del mare, che per Hegel e' sempre l'aperto e il confronto, continua dai tempi di Ulisse a raccontare il sogno di uomini che vogliono conoscere terre e storia diverse.
(Fonte Adnkronos)
ripreso da: agenziaradicale.com
martedì 27 gennaio 2009
Per raccontare ancora il sogno di Ulisse
‘'Ha ragione Quilici: non è che per un Omero sia stato detto e raccontato tutto del mare''. Lo scrive Antonio Parlato, Commissario dell'Ipsema, l'Ente di previdenza del settore marittimo, presentando il libro La leggenda del Mare. Tesori sommersi, racconti e curiosità, supplemento della rivista ‘Nautes', edita dallo stesso Istituto.
Il saggio, con l'introduzione di Palmira Petrocelli e la prefazione di Folco Quilici, presenta un'antologia degli articoli pubblicati su ‘Nautes' dal 2003 ai nostri giorni, con contributi di Daniela Squarcia Matticoli, Gerardo Picardo, Tommaso Visone e Antonio Nardo. Un unico vento che impagina a più nodi le sezioni ‘Le arti e il mare' e ‘Le onde raccontano', disegnando il mare come orizzonte e speranza soprattutto del Sud, all'interno del confronto del Mediterraneo dei popoli e delle culture.
Negli anni il "bimestrale dell'Ipsema - rimarca Parlato - ha aperto le sue pagine a speciali rubriche che ‘raccontano' il mare di ieri e di oggi disegnando anche quello di domani, lo hanno esplorato sopra e sotto le onde, lungo ‘l'opera viva' e ‘l'opera morta', come dicono i marinai, dallo scafo della nave, agli abissi, alle montagne emergenti dal fondo e che chiamiamo isole''.
Le pagine di Nautes che hanno così rivelato del mare antiche leggende popolari e suggestive tradizioni, sorprendenti risultati della ricerca scientifica, con nuovi materiali e impieghi in campo minerario, alimentare, medico, cosmetico, energetico, misteriosi tesori sommersi che ne aumentano il fascino.
Ma, fa notare Parlato, hanno dato anche ‘'una dura risposta, nel loro piccolo beninteso, allo sconcertante esito di una indagine del Censis, commissionata da Confitarma qualche anno fa. All'interrogativo su quale percezione avessero del mare gli italiani, la risposta prevalente fu quella che vi si identificava il luogo delle loro vacanze estive. Non il luogo nel quale c'era stata e c'e' la via degli esodi epocali e delle bibliche migrazioni delle genti, delle guerre e del commercio internazionale, dell'approvvigionamento petrolifero e gasiero mondiale, della cantieristica, della pesca''.
‘'Per un ente pubblico come l'Ipsema - rimarca l'avvocato napoletano, peraltro autore di molti importanti saggi di storia meridionale- dinanzi al cosi' diffuso ‘analfabetismo' marino, da porre in diretta relazione con la genesi di molte tragedie del mare, dai sinistri navali agli infortuni che colpiscono i marittimi, era necessario reagire. Reagire costruendo il binomio cultura-prevenzione: questo mentre il Codice della nautica ipotizzava l'attenzione, in vari modi, a questo stesso argomento a partire dalle scuole e, piu' di recente, il D.L.vo 81/08 sulla tutela della salute e della sicurezza del lavoro riprendeva la scelta di una strategia formativa a partire dal basso e che, in questo nostro campo, non puo' prescindere dalla conoscenza dell'elemento, il mare appunto, con il quale, e mai a prescindere dal quale, uomini e navi interagiscono''.
Questo volume, il secondo della serie antologica di quello che Nautes ha pubblicato in questi ultimi due anni, non è dunque un solitario contributo alla conoscenza e alla diffusione della cultura del mare: Ipsema vi ha aggiunto la sua "Biblioteca del mare" da tutti fruibile e che, inserita in una rete ed in un circuito librario nazionale e che ha come capofila la Treccani, ha superato in questi giorni il primo migliaio di volumi tutti dediti alla letteratura, alle scoperte scientifiche, alla cantieristica, ai grandi viaggi, al mare, alla storia e persino ai manuali della navigazione ed alla sicurezza. Ecco dunque il significato di queste pagine e il ripetersi della innovazione. Perche' la leggenda del mare, che per Hegel e' sempre l'aperto e il confronto, continua dai tempi di Ulisse a raccontare il sogno di uomini che vogliono conoscere terre e storia diverse.
(Fonte Adnkronos)
ripreso da: agenziaradicale.com
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