Il Giornale di Vicenza, Martedì 15 Luglio 2008
TEATRO/2. A CANOVE APPLAUSI CONVINTI
La Ghertelina leggenda sempre amata
Ottimo il lavoro allestito da Theama Teatro
Gerardo Rigoni
ROANA
«Guarda che bella luna, guarda che cielo azzurro, nemmeno un fil di vento, che tranquillità». Sulle note della canzone delle “beate donnette” di Pierangelo Tamiozzo, che ha chiuso “La leggenda della Ghertelina”, in scena domenica sera al teatro parrocchiale di Canove di Roana, è partito un fragoroso applauso dal pubblico che gremiva la sala.
Un applauso sentito, a conferma dell'ottimo lavoro svolto dalla compagnia teatrale Theama Teatro di Vicenza nel mettere in scena una delle fiabe cimbre più amate e conosciute, quella che racconta la storia di Ghertelina, fanciulla dalla voce magica che, finché cantava, teneva lontani coloro che si inoltravano nella valle con cattivi pensieri. Un giorno però Jekele, un giovane suonatore di liuto, fece innamorare la fanciulla che, vinta dall'amore, interruppe il suo canto lasciando l'Altopiano alla mercé di invasori dal nord. Da allora l'Altopiano non ha più conosciuto pace e ha dovuto difendersi con le proprie forze; forse, un giorno, il frutto dell'amore tra Ghertelina e Jekele tornerà nella valle e l'Altopiano sarà nuovamente sereno.
La rappresentazione teatrale di Piergiorgio Piccoli e David Conati, con la collaborazione alla regia di Adriano Marcolini, a causa del maltempo è stata allestita nel teatro di Canove anziché nell’anfiteatro naturale del Bisele, ma ha comunque trasmesso al pubblico il significato della fiaba: il rispetto dell'ambiente e dei sentimenti, la necessità di proseguire nonostante le avversità. Manuela Padoan nelle vesti di Ghertelina ha affascinato con la sua grazia e una voce che sembrava provenisse proprio dal mondo magico delle leggende, accompagnata benissimo nelle canzoni da Andrea Ortese, Jekele, e dall'Evelyn interpretato da Samuele Giovagnini. Divertenti Laura Milan nella parte della strega e Mara Pessato in quella del folletto, alle prese con Daniele Berardi nei panni di Xyphor, così come azzeccati gli intermezzi di danza di Giorgio Marcolini nell'interpretare il vento, la magia, il sentimento.
Ottime le scenografie con proiezioni di disegni di Paola Martello, studiosa delle leggende cimbre, così come l'abbinamento delle musiche di Tamiozzo suonate sul liuto da Ilaria Fantin. Un successo che alcuni vorrebbero fosse riproposto magari nella prossima stagione turistica invernale, forse sperando che torni il canto della Ghertelina per difendere nuovamente l'Altopiano dalle persone con cattivi pensieri nel cuore.
TEATRO/2. A CANOVE APPLAUSI CONVINTI
La Ghertelina leggenda sempre amata
Ottimo il lavoro allestito da Theama Teatro
Gerardo Rigoni
ROANA
«Guarda che bella luna, guarda che cielo azzurro, nemmeno un fil di vento, che tranquillità». Sulle note della canzone delle “beate donnette” di Pierangelo Tamiozzo, che ha chiuso “La leggenda della Ghertelina”, in scena domenica sera al teatro parrocchiale di Canove di Roana, è partito un fragoroso applauso dal pubblico che gremiva la sala.
Un applauso sentito, a conferma dell'ottimo lavoro svolto dalla compagnia teatrale Theama Teatro di Vicenza nel mettere in scena una delle fiabe cimbre più amate e conosciute, quella che racconta la storia di Ghertelina, fanciulla dalla voce magica che, finché cantava, teneva lontani coloro che si inoltravano nella valle con cattivi pensieri. Un giorno però Jekele, un giovane suonatore di liuto, fece innamorare la fanciulla che, vinta dall'amore, interruppe il suo canto lasciando l'Altopiano alla mercé di invasori dal nord. Da allora l'Altopiano non ha più conosciuto pace e ha dovuto difendersi con le proprie forze; forse, un giorno, il frutto dell'amore tra Ghertelina e Jekele tornerà nella valle e l'Altopiano sarà nuovamente sereno.
La rappresentazione teatrale di Piergiorgio Piccoli e David Conati, con la collaborazione alla regia di Adriano Marcolini, a causa del maltempo è stata allestita nel teatro di Canove anziché nell’anfiteatro naturale del Bisele, ma ha comunque trasmesso al pubblico il significato della fiaba: il rispetto dell'ambiente e dei sentimenti, la necessità di proseguire nonostante le avversità. Manuela Padoan nelle vesti di Ghertelina ha affascinato con la sua grazia e una voce che sembrava provenisse proprio dal mondo magico delle leggende, accompagnata benissimo nelle canzoni da Andrea Ortese, Jekele, e dall'Evelyn interpretato da Samuele Giovagnini. Divertenti Laura Milan nella parte della strega e Mara Pessato in quella del folletto, alle prese con Daniele Berardi nei panni di Xyphor, così come azzeccati gli intermezzi di danza di Giorgio Marcolini nell'interpretare il vento, la magia, il sentimento.
Ottime le scenografie con proiezioni di disegni di Paola Martello, studiosa delle leggende cimbre, così come l'abbinamento delle musiche di Tamiozzo suonate sul liuto da Ilaria Fantin. Un successo che alcuni vorrebbero fosse riproposto magari nella prossima stagione turistica invernale, forse sperando che torni il canto della Ghertelina per difendere nuovamente l'Altopiano dalle persone con cattivi pensieri nel cuore.