mercoledì 5 novembre 2008

Trance, Guarigione, Mito

AA. VV.
Trance, Guarigione, Mito
Pagine 184. Nardò (LE), Besa.
Otto importanti studiosi italiani, appartenenti all'ambito della ricerca storiografica e antropologica affrontano in altrettanti saggi quelli aspetti del rituale sincretico del tarantismo ritenuti a torto oscuri e finalmente decifrati alla luce di documenti di recente scoperta. A partire dalla grande lezione di Ernesto De Martino, l'inquietante universo dell'animale mitico "tarantola" si svela in tutti i suoi molteplici significati attraverso le vicende della mitologia magnogreca e ancor prima paleomediterranea, del dibattito medioevale sui veleni, della magia naturale e della stregoneria, della medicina iatromeccanicistica alle soglie dell'illuminismo, infine delle sue nuove configurazioni nell'epoca della postmodernità. Ne emerge un quadro sorprendente, di ampio e profondo respiro culturale, teso fra retaggio arcaico e nuovo misticismo contemporaneo, fra esoterismo e istanze della razionalità. Paolo Apolito, antropologo dell'Università di Salerno, si interroga sul significato attuale del rito della tarantola – più come memoria e come segno di identità locale – in un Mezzogiorno in piena trasformazione e contraddizione. In seguito ad uno scavo instancabile, appassionato come la scrittura che lo esprime, l'autore giunge a far comprendere le ragioni per le quali un fenomeno rimasto in latenza per quasi trent'anni torna improvvisamente a far parlare di sé. Gino Leonardo Di Mitri, storico e ricercatore dell'Istituto "Diego Carpitella", riconsiderando l'ignorato capitolo del tramonto della civiltà bizantina in Terra d'Otranto, perviene ad una definizione del tarantismo più complessa e meno angusta di quella che si sarebbe potuta supporre, in un contrappunto fra antiche danze mediterranee e indizi di religiosità sincretica racchiusi in un autentico dramma sacramentale. Bernardino Fantini, storico della medicina e direttore del prestigioso Institut "Louis Jeantet" dell'Università di Ginevra, ripercorre la storia del tarantismo sulle tracce di Giorgio Baglivi, il protagonista della prima vera 'rottura epistemologica' nell'ambito delle indagini sulla sindrome. Sono finalmente passati al vaglio le teorie e i metodi circa l'efficacia della musica contro il morso del ragno, le interpretazioni chimica e meccanica del morbo, i retroterra fisici e fibrillari di una complessa e innovativa prassi clinica impostasi sul finire del XVII secolo. Vittorio Lanternari, decano dell'Università "La Sapienza" di Roma e padre fondatore degli studi contemporanei di etnopsichiatria, stabilisce uno stimolante raffronto fra le ataviche aspettative di salvezza e di guarigione di cui è stato teatro il tarantismo e le nuove forme di devozione mariana di cui è paradigma illuminante il fenomeno di Lourdes. L'evento 'metastorico' della sofferenza ed il conseguente ricorso alla risorsa del 'pellegrinaggio' vengono esaminati in una impeccabile lezione di antropologia sociale e culturale di sapiente taglio comparativo. Gabriele Mina, ricercatore dell'Università di Genova, cerca di leggere in filigrana alcuni aspetti degli interventi di Epifanio Ferdinando, Athanasius Kircher e Giorgio Baglivi per far emergere il profilo retorico di un'epoca quale il '600. Una riflessione che, per quanto circoscritta ai temi della storia del pensiero scientifico, riesce a tracciare un quadro avvincente della mentalità imperante nel 'secolo d'oro' della tarantola. Gianfranco Salvatore, musicologo e antropologo dell'Università di Lecce e direttore dell'Istituto "Diego Carpitella", riesaminando la copiosa letteratura prodotta sul tema del tarantismo all'indomani della celebre Terra del rimorso, mette a confronto gli imprescindibili approdi dell'esperienza demartiniana e le improrogabili istanze di superamento della ricerca tradizionale. Ne scaturisce un vero e proprio documento programmatico della nuova stagione di studi sul fenomeno inauguratasi negli anni '90. Maria Rosaria Tamblé, funzionaria dell'Archivio di Stato di Lecce e componente la Società di Storia Patria per la Puglia, riporta alla luce due importanti vicende processuali dei secoli XVII e XVIII contro tarantati ed esercenti le arti magiche tratte da quella ricca miniera che sono i fondi documentali dei vescovadi salentini. Le 'storie notturne' di Caterina 'la Greca' e di Francesco da Casalnuovo, ripropongono il tema del tarantismo entro un contesto ritenuto finora ad esso estraneo quale quello della possessione e della stregoneria.

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