CORRIERE CANADESE -
Paolo Fiorentino racconta la Sicilia attraverso miti e simboli.
Il medico italiano presenta il libro scritto in
inglese per poter trasmettere la cultura sicula alle nuove generazioni
http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=69260
TORONTO - Medico, professore e "letterato" per passione. Paolo
Fiorentino si racconta in occasione della presentazione del suo libro
"Sicily through symbolism and mity: gates to heaven and underworld".
Il testo è stato presentato a Toronto, presso il Columbus centre e
presso l'Istituto Italiano di cultura.
Siciliano d'origine, cittadino del mondo per scelta di vita.
Fiorentino è nato a Gela, e la Sicilia se la porta nel sangue.
Continua a scrivere della sua terra, del suo legame forte e
indissolubile con l'acqua e con il fuoco.
Paolo Fiorentino è convinto che proprio questo luogo, posto al centro
del Mediterraneo, gli ha insegnato la multiculturalità. Perché, per la
sua posizione geografica, la splendida isola italiana, nei secoli è
stata luogo d'incontro e di scambio. Territorio in cui le culture si
sono mescolate e cunfuse, in cui i simboli e i miti dei vari popoli si
sono fusi dando cosi vita ad una multiculturalità profondamente
radicata.
Paolo Fiorentino è professore presso la facoltà di medicina e
chirurgia all'università di Torino e presso l'università di Rochester,
Usa, si occupa di ricerca sulla terapia genetica del dolore, ma per
hobby fa continue ricerce sulle sua terra di origine.
Questo è il suo primo libro?
«No ho già pubblicato un altro lavoro, sempre sulla Sicilia. E sullo
stesso argomento ho scritto diversi articoli sia per giornali italiani
che per riviste in lingua inglese».
Perché un libro sulla Sicilia?
«Questo in realtà è un viaggio culturale della Sicilia, attraverso il
quale emerge il forte carattere di interculturalità di questa terra.
Quello che mi interessa è mostrare il legame con le altre culture,
come per esempio quello con i popoli celtici».
Quello per la Sicilia è un grande amore, questo libro però racchiude
anche la sua passione per il mito, ma c'è un collegamento con la sua
figura professionale, quella di uomo di scienza?
«In questo testo analizzo e dscrivo vari miti collegati con la storia
della Sicilia. L'obiettivo è sollevare il velo di favola e folklore
che c'è sopra al mito. Non è un caso che la mitologia nasce prima
della cultura scritta, la fantasia del racconto viene usata per far si
che un messaggio susciti un certo interesse e così venga tramandato.
Sotto la fantasia c'è sempre una base storica, biologica, geologica.
Fatti storici, messaggi politici e spiegazioni ad eventi naturali
venivano tramandati attraverso il mito. Effettivamente c'è una forte
connessione con il mio lavoro, in quanto cerco di ritrovare i fatti
naturali che venivano spiegati con il mito».
Come è nata questa pubblicazione?
«In realtà sto lavorando a questo libro da più di dieci anni. Questo
testo è dedicato alla mia nonna materna, che mi ha cresciuto, il
ricordo di lei mi ha spinto a racchiudere in un testo completo gli
appunti frutto di anni di ricerche».
Si tratta di un'opera totalmente personale?
«Si, si tratta, appunto, del frutto di anni di ricerche, ma molta
gente ha contribuito mettendomi a disposizione strumenti e mezzi,
aiutandomi a re-perire il materiale necessario.
Il risultato sono 125 pagine di scritti e disegni, realizzati da vari
artisti, alcuni dei quail canadesi».
Qual è l'obiettivo di questo testo?
«Vorrei dare una visione completa della Sicilia. Offrire un
approfondimento sulla storia e la cultura della mia Regione d'origine.
Un punto di vista che si allontana dalla semplice tradizione
folkloristica e si addentra in un territorio più complesso,
culturale».
Perché scrivere in inglese un libro sulla Sicilia?
«Intanto l'uso dell'inglese mi ha permesso di pubblicare questo testo
sia in Canada che negli Stati Uniti. Mi auguro che possa essere un
aiuto alla conoscenza delle proprie origini per i figli degli
immigrati, che tramite questo libro possono incuriosirsi sugli aspetti
culturali delle loro famiglie. Sono profondamente convinto che "l'uomo
che non conosce il proprio passato non ha radici", per questo credo
molto nella comunicazione della vastissima cultura italiana. E per
questo mi auguro che questa mia opera possa spingere altri a fare
lavori simili, magari migliori».
Un testo davvero ampio che prende il via con i miti legati all'acqua,
il capitolo preferito dall'autore, in quanto è proprio dall'acqua che
ha origine la vita. In questa parte si può leggere di Scilla e
Cariddi, di Alfeo e Aretusa, del mito dei mostri che attaccano tutti
quelli che vogliono attraversare lo stretto di Messina.
Altro capitolo è dedicato alla storia di Dedalo e Icaro, che termina
proprio in Sicilia.
Ci sono poi i miti legati al cambio delle stagioni come quello del
ratto di Persefone.
I miti del fuoco, profondamente radicati in Sicilia, proprio per la
presenza dell'etna.
I racconti delle metamorfosi. Un ampia parte è dedicata a Ciclope e Polifemo.
Molto approfondito il discorso che Paolo Fiorentino riserva alla
spiegazione delle origini della Trinacria o Triskeles, simbolo della
regione, corredato d'immagini e disegni.
In occasione dell'evento di presentazione al Columbus Centre Paolo
Fiorentino è stato introdotto al folto pubblico da Alberto Di
Giovanni, direttore del centro scuola e cultura italiana.
Di Giovanni ha sottolineato che questo libro è un evento culturale a
tutti gli effetti e non di sottocultura e folklore e proprio per
questo un momento importante di crescita e dialogo.
Paolo Fiorentino racconta la Sicilia attraverso miti e simboli.
Il medico italiano presenta il libro scritto in
inglese per poter trasmettere la cultura sicula alle nuove generazioni
http://www.corriere.com/viewstory.php?storyid=69260
TORONTO - Medico, professore e "letterato" per passione. Paolo
Fiorentino si racconta in occasione della presentazione del suo libro
"Sicily through symbolism and mity: gates to heaven and underworld".
Il testo è stato presentato a Toronto, presso il Columbus centre e
presso l'Istituto Italiano di cultura.
Siciliano d'origine, cittadino del mondo per scelta di vita.
Fiorentino è nato a Gela, e la Sicilia se la porta nel sangue.
Continua a scrivere della sua terra, del suo legame forte e
indissolubile con l'acqua e con il fuoco.
Paolo Fiorentino è convinto che proprio questo luogo, posto al centro
del Mediterraneo, gli ha insegnato la multiculturalità. Perché, per la
sua posizione geografica, la splendida isola italiana, nei secoli è
stata luogo d'incontro e di scambio. Territorio in cui le culture si
sono mescolate e cunfuse, in cui i simboli e i miti dei vari popoli si
sono fusi dando cosi vita ad una multiculturalità profondamente
radicata.
Paolo Fiorentino è professore presso la facoltà di medicina e
chirurgia all'università di Torino e presso l'università di Rochester,
Usa, si occupa di ricerca sulla terapia genetica del dolore, ma per
hobby fa continue ricerce sulle sua terra di origine.
Questo è il suo primo libro?
«No ho già pubblicato un altro lavoro, sempre sulla Sicilia. E sullo
stesso argomento ho scritto diversi articoli sia per giornali italiani
che per riviste in lingua inglese».
Perché un libro sulla Sicilia?
«Questo in realtà è un viaggio culturale della Sicilia, attraverso il
quale emerge il forte carattere di interculturalità di questa terra.
Quello che mi interessa è mostrare il legame con le altre culture,
come per esempio quello con i popoli celtici».
Quello per la Sicilia è un grande amore, questo libro però racchiude
anche la sua passione per il mito, ma c'è un collegamento con la sua
figura professionale, quella di uomo di scienza?
«In questo testo analizzo e dscrivo vari miti collegati con la storia
della Sicilia. L'obiettivo è sollevare il velo di favola e folklore
che c'è sopra al mito. Non è un caso che la mitologia nasce prima
della cultura scritta, la fantasia del racconto viene usata per far si
che un messaggio susciti un certo interesse e così venga tramandato.
Sotto la fantasia c'è sempre una base storica, biologica, geologica.
Fatti storici, messaggi politici e spiegazioni ad eventi naturali
venivano tramandati attraverso il mito. Effettivamente c'è una forte
connessione con il mio lavoro, in quanto cerco di ritrovare i fatti
naturali che venivano spiegati con il mito».
Come è nata questa pubblicazione?
«In realtà sto lavorando a questo libro da più di dieci anni. Questo
testo è dedicato alla mia nonna materna, che mi ha cresciuto, il
ricordo di lei mi ha spinto a racchiudere in un testo completo gli
appunti frutto di anni di ricerche».
Si tratta di un'opera totalmente personale?
«Si, si tratta, appunto, del frutto di anni di ricerche, ma molta
gente ha contribuito mettendomi a disposizione strumenti e mezzi,
aiutandomi a re-perire il materiale necessario.
Il risultato sono 125 pagine di scritti e disegni, realizzati da vari
artisti, alcuni dei quail canadesi».
Qual è l'obiettivo di questo testo?
«Vorrei dare una visione completa della Sicilia. Offrire un
approfondimento sulla storia e la cultura della mia Regione d'origine.
Un punto di vista che si allontana dalla semplice tradizione
folkloristica e si addentra in un territorio più complesso,
culturale».
Perché scrivere in inglese un libro sulla Sicilia?
«Intanto l'uso dell'inglese mi ha permesso di pubblicare questo testo
sia in Canada che negli Stati Uniti. Mi auguro che possa essere un
aiuto alla conoscenza delle proprie origini per i figli degli
immigrati, che tramite questo libro possono incuriosirsi sugli aspetti
culturali delle loro famiglie. Sono profondamente convinto che "l'uomo
che non conosce il proprio passato non ha radici", per questo credo
molto nella comunicazione della vastissima cultura italiana. E per
questo mi auguro che questa mia opera possa spingere altri a fare
lavori simili, magari migliori».
Un testo davvero ampio che prende il via con i miti legati all'acqua,
il capitolo preferito dall'autore, in quanto è proprio dall'acqua che
ha origine la vita. In questa parte si può leggere di Scilla e
Cariddi, di Alfeo e Aretusa, del mito dei mostri che attaccano tutti
quelli che vogliono attraversare lo stretto di Messina.
Altro capitolo è dedicato alla storia di Dedalo e Icaro, che termina
proprio in Sicilia.
Ci sono poi i miti legati al cambio delle stagioni come quello del
ratto di Persefone.
I miti del fuoco, profondamente radicati in Sicilia, proprio per la
presenza dell'etna.
I racconti delle metamorfosi. Un ampia parte è dedicata a Ciclope e Polifemo.
Molto approfondito il discorso che Paolo Fiorentino riserva alla
spiegazione delle origini della Trinacria o Triskeles, simbolo della
regione, corredato d'immagini e disegni.
In occasione dell'evento di presentazione al Columbus Centre Paolo
Fiorentino è stato introdotto al folto pubblico da Alberto Di
Giovanni, direttore del centro scuola e cultura italiana.
Di Giovanni ha sottolineato che questo libro è un evento culturale a
tutti gli effetti e non di sottocultura e folklore e proprio per
questo un momento importante di crescita e dialogo.