I pupi in vendita. «Patrimonio da salvare»
Marco Romano
Giornale di Sicilia - Palermo 10/12/2006
I pupi di Anna Cuticchio? Quel patrimonio col prestigioso timbro Unesco - 150 marionette con contorno di cartel Ioni, scenografie, palchi, pianola meccanica e copioni intrisi di storia, che la fondatrice dell' indimenticato teatro Bradamante e oggi suora missionaria in Tanzania vuole vendere per sfamare i suoi bambini di Njololo, non lascia indifferenti Regione, Provincia e Comune. Tutti concordi sul fatto che va salva guardato, non va smembrato fra acquirenti privati o - peggio - spedito in qual che collezione oltre confine. E fin qui va bene. Il problema nasce però quando c'è da mettere le mani nelle casse e tirare fuori la somma necessaria per acquistare l'intero lotto: lì la dichiarazione d'interesse lascia spazio al diplomatico politichese che si traduce in un sostanziale «non abbiamo un euro». E di euro in realtà ne servirebbero tanti, anche se forse non tantissimi: Anna Cuticchio/suor Marina non lo dice formalmente, ma stima il valore di pupi e accessori intorno al milione e 300mila euro circa. Cifra di partenza, certo, per qualunque trattativa con l'ente pubblico più interessato, chè a uno di essi la Cuticchio vorrebbe consegnare le sue creature, le più preziose delle quali hanno già scavalcato il secolo di vita. Insomma, parliamone ma neanche tanto: «Il Comune al momento - spiega il sindaco Diego Cammarata - non ha risorse disponibili per l'eventuale acquisizione. Siamo ben consapevoli - però che si tratta di un patrimonio culturale di rilievo che non può andare disperso. L'assessore alla Cultura, Tommaso Romano, ha già inviato una lettera al ministro Rutelli per chiedergli strumenti e risorse per un eventuale intervento. Il Comune naturalmente è disponibile a confrontarsi con Provincia e Regione per verificare l'esistenza di percorsi condivisi in grado di condurre ad un risultato positivo». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della Provincia, Francesco Musotto: «Giusto non smembrare quel grande patrimonio di cultura e tradizione -dice l'europarlamentare forzista - ma oltre al problema economico per noi esiste anche quello logistico. Sarebbe più adatta un'istituzione museale, magari lo stesso museo delle marionette. In tal senso, un intervento diretto della Regione potrebbe essere più opportuno». E la Regione? Stesso binario: «Un patrimonio di 150 pupi siciliani e di tutto quanto serve alla messa in scena dell'opera - premette il vicepresidente e assessore ai Beni culturali, Lino Leanza - è un patrimonio che non può essere disperso, perché fa parte della nostra identità. Il teatro dei pupi è un bene immateriale posto sotto la tutela dell'Unesco, un riconoscimento ulteriore a un mondo che, pur portando avanti un desiderio di crescita e innovazione, mantiene viva la tradizione, e un impegno a mantenerlo compatto». E dunque? «La richiesta di Anna Cuticchio non deve cadere inascoltata: credo che la Regione e le altre istituzioni - dice Leanza - debbano intervenire in questa vicenda, rilevando e trovando insieme una collocazione adeguata alla collezione della pupara siciliana che, tra l'altro, vuole destinare il denaro ricavato a una nobile causa come quella di aiutare i bambini africani». Dichiarazioni d'intenti. Basteranno?
Marco Romano
Giornale di Sicilia - Palermo 10/12/2006
I pupi di Anna Cuticchio? Quel patrimonio col prestigioso timbro Unesco - 150 marionette con contorno di cartel Ioni, scenografie, palchi, pianola meccanica e copioni intrisi di storia, che la fondatrice dell' indimenticato teatro Bradamante e oggi suora missionaria in Tanzania vuole vendere per sfamare i suoi bambini di Njololo, non lascia indifferenti Regione, Provincia e Comune. Tutti concordi sul fatto che va salva guardato, non va smembrato fra acquirenti privati o - peggio - spedito in qual che collezione oltre confine. E fin qui va bene. Il problema nasce però quando c'è da mettere le mani nelle casse e tirare fuori la somma necessaria per acquistare l'intero lotto: lì la dichiarazione d'interesse lascia spazio al diplomatico politichese che si traduce in un sostanziale «non abbiamo un euro». E di euro in realtà ne servirebbero tanti, anche se forse non tantissimi: Anna Cuticchio/suor Marina non lo dice formalmente, ma stima il valore di pupi e accessori intorno al milione e 300mila euro circa. Cifra di partenza, certo, per qualunque trattativa con l'ente pubblico più interessato, chè a uno di essi la Cuticchio vorrebbe consegnare le sue creature, le più preziose delle quali hanno già scavalcato il secolo di vita. Insomma, parliamone ma neanche tanto: «Il Comune al momento - spiega il sindaco Diego Cammarata - non ha risorse disponibili per l'eventuale acquisizione. Siamo ben consapevoli - però che si tratta di un patrimonio culturale di rilievo che non può andare disperso. L'assessore alla Cultura, Tommaso Romano, ha già inviato una lettera al ministro Rutelli per chiedergli strumenti e risorse per un eventuale intervento. Il Comune naturalmente è disponibile a confrontarsi con Provincia e Regione per verificare l'esistenza di percorsi condivisi in grado di condurre ad un risultato positivo». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della Provincia, Francesco Musotto: «Giusto non smembrare quel grande patrimonio di cultura e tradizione -dice l'europarlamentare forzista - ma oltre al problema economico per noi esiste anche quello logistico. Sarebbe più adatta un'istituzione museale, magari lo stesso museo delle marionette. In tal senso, un intervento diretto della Regione potrebbe essere più opportuno». E la Regione? Stesso binario: «Un patrimonio di 150 pupi siciliani e di tutto quanto serve alla messa in scena dell'opera - premette il vicepresidente e assessore ai Beni culturali, Lino Leanza - è un patrimonio che non può essere disperso, perché fa parte della nostra identità. Il teatro dei pupi è un bene immateriale posto sotto la tutela dell'Unesco, un riconoscimento ulteriore a un mondo che, pur portando avanti un desiderio di crescita e innovazione, mantiene viva la tradizione, e un impegno a mantenerlo compatto». E dunque? «La richiesta di Anna Cuticchio non deve cadere inascoltata: credo che la Regione e le altre istituzioni - dice Leanza - debbano intervenire in questa vicenda, rilevando e trovando insieme una collocazione adeguata alla collezione della pupara siciliana che, tra l'altro, vuole destinare il denaro ricavato a una nobile causa come quella di aiutare i bambini africani». Dichiarazioni d'intenti. Basteranno?