Il sole 24 ore - 12/06/1988
IN CANTARI E CANTI LA CULTURA DAL "BASSO"
Perche' gli uomini cantano? E perche' lo fanno sia in occasioni di gioia che di tristezza? Perche' il termine e' sempre presente nei loro ritornelli? A queste domande nei libri non c' e' ancora una risposta precisa. Meglio: in essi sono raccolte le canzoni, non i perche' . Dino Coltro _ uno studioso non regolare, che amiamo proprio per questa sua caratteristica _ ha pubblicato Canti e Cantari del Veneto in un grosso volume, costato oltre dieci anni di lavoro. Con rara perizia ha ordinato un materiale che il tempo ha accumulato nelle coscienze ma che gli uomini si sono sempre limitati a farlo vivere nelle bocche, mai hanno pensato di codificarlo. Dal lavoro di Coltro e' nata una testimonianza che puo' essere considerata esemplare e che puo' far da modello ad altre simili raccolte. Occorre precisare che tale opera va catalogata tra quei lavori che fanno da specchio al mondo non sono quel pallido riflesso di iniziative piu' o meno ufficiali che, con la scusa del folclore, racimolano quattrini e robaccia. Si va dalle ninne-nanne alle filastrocche educative, dai motivi che accompagnavano il gioco a quelle parole cantate che scortavano il ciclo dell' anno liturgico, dalle storie cantate alle canzoni vere e proprie. Le mille sfumature della parlata popolare prendono vita ancora una volta, denunciando il ceto da cui escono e le caratteristiche delle persone che le testimoniano. E' il caso, tra i mille, dello spazzacamino , che con il suo lavoro puo' essere paragonato a un amante che concede un' avventura a , dopo averle dato . L' amore diventa una pulizia di camino, con i termini e le situazioni che collimano maliziosamente. Poi ecco la celebre , che presenta una variante rispetto alle sorelle di altri vernacoli, ma non si dimentica di notare , dove si annuncia che l' amore e' comunque breve e , che nulla hanno a che fare con la cultura ufficiale. Dino Coltro, Canti e Cantari del Veneto, Marsilio, Venezia 1988, pagg. 830, L. 90.000
IN CANTARI E CANTI LA CULTURA DAL "BASSO"
Perche' gli uomini cantano? E perche' lo fanno sia in occasioni di gioia che di tristezza? Perche' il termine e' sempre presente nei loro ritornelli? A queste domande nei libri non c' e' ancora una risposta precisa. Meglio: in essi sono raccolte le canzoni, non i perche' . Dino Coltro _ uno studioso non regolare, che amiamo proprio per questa sua caratteristica _ ha pubblicato Canti e Cantari del Veneto in un grosso volume, costato oltre dieci anni di lavoro. Con rara perizia ha ordinato un materiale che il tempo ha accumulato nelle coscienze ma che gli uomini si sono sempre limitati a farlo vivere nelle bocche, mai hanno pensato di codificarlo. Dal lavoro di Coltro e' nata una testimonianza che puo' essere considerata esemplare e che puo' far da modello ad altre simili raccolte. Occorre precisare che tale opera va catalogata tra quei lavori che fanno da specchio al mondo non sono quel pallido riflesso di iniziative piu' o meno ufficiali che, con la scusa del folclore, racimolano quattrini e robaccia. Si va dalle ninne-nanne alle filastrocche educative, dai motivi che accompagnavano il gioco a quelle parole cantate che scortavano il ciclo dell' anno liturgico, dalle storie cantate alle canzoni vere e proprie. Le mille sfumature della parlata popolare prendono vita ancora una volta, denunciando il ceto da cui escono e le caratteristiche delle persone che le testimoniano. E' il caso, tra i mille, dello spazzacamino , che con il suo lavoro puo' essere paragonato a un amante che concede un' avventura a , dopo averle dato . L' amore diventa una pulizia di camino, con i termini e le situazioni che collimano maliziosamente. Poi ecco la celebre , che presenta una variante rispetto alle sorelle di altri vernacoli, ma non si dimentica di notare , dove si annuncia che l' amore e' comunque breve e , che nulla hanno a che fare con la cultura ufficiale. Dino Coltro, Canti e Cantari del Veneto, Marsilio, Venezia 1988, pagg. 830, L. 90.000