GIORNALE DI BRESCIA
Antiche usanze legate alla ricerca della prosperità
da "il giornale di brescia", 27/03/2003
BASSA -
Quest'anno succederà a Verolavecchia, Orzinuovi,all'oratorio di Verolanuova e Pompiano , a San Paolo, in unamiriade di piccoli e grandi paesi sparsi sui confini cremonese emantovano, dove la tradizione è più viva, come Volongo, Cigia deBotti, Ostiano, per citarne solo alcuni. «Si brucia la vecchia ...»gridano ai margini del corteo di ragazzi che con pentole ebastoni procurano un baccano infernale. Ciò serve a rianimare ilclima mesto della Quaresima. Sopra un grande carroun'altrettanto enorme fantoccio dalle forme umane: la vecchia,curva, malconcia, col naso adunco smisurato, e in molteoccasioni con una culla di legno fra le braccia, viene fatta sfilareper il paese, di porta in porta, quasi fosse una divinità malvagia.La donna va a morire in un campo asfegher (incolto), pocolontano. La sua fine sarà orribile, verrà bruciata viva dopo unprocesso sommario ove saranno elencate e lette in vernacolo lesue malefatte e le cattiverie da lei operate. La sceneggiatura el'allestimento coreografico farebbero pensare che il fatto abbiaavuto origine e abbia attinto le sue componenti dal Medioevoquando, in Europa, si consumavano dei veri e propri sacrificiumani e innumerevoli innocenti venivano bruciate come streghesulle piazze, invece il rito del rogo della strega o vecchia, haorigini molto più remote e si ricollega alla tribale riverenza cheintere civiltà agricole ebbero nei confronti di madre terra, inparticolare vuole celebrare la vittoria della bella stagione sulcattivo e sterile inverno. La presenza della culla è il simbolodella fertilità, attributo che certamente la vecchia ha perso, maciò non conta, quello che ha importanza è l'essenza dellacerimonia stessa che senza dubbio è intesa ad esaltare eprocurare fertilità ai campi. L'ordine, durante lo svolgimento delrito, è mantenuto da un'altro sconcertante personaggio:l'Arlecchino. Non la simpatica figura ilare, ma per l'occasione inversione originale, strettamente legata ai Culti agrari. Lamaschera non si presenta con l'allegro quanto originalecostume, ma è una figura più paurosa che comica, malvestita, lafaccia sporca di nero carbone prelevato direttamentedall'inferno. Sulla testa un cappellaccio e fra il cappello un pocoinpagliato una serpe sinuosa, simbolo fallico che ricorda qualisono state le sue vere origini. Anticamente questo demoneaveva dimensioni enormi e, armato di clava (che diventerà ilmazzopio), guidava il tristemente famoso Esercito furioso, sortadi orribile schiera di morti dall'entità oscura che passavanocome un turbine di paese in paese seminando il terrore.L'ultimo atto della cerimonia vide l'epilogo del dramma chel'umanità ha fortemente voluto e creato. La vecchia diventa allorail capro espiatorio e viene caricata delle responsabilità di tuttoquanto di male è avvenuto nel mondo, o nella piccola comunitàdove si consuma il rito, la vegliarda incarna anche l'annovecchio e ormai inutile, ma soprattutto la stagione fredda chevolge al termine e che finalmente dovrà lasciare il passo allaprimavera. Il falò della vecchia è in definitiva un atto purificatore enon c'è dubbio che esso sia il risultato della fusione tra elementidi origine disparata e arcaica. Gian Mario Andrico