IL MESSAGGERO
A Magione in scena "Segalavecchia"
29/03/2003
Dopo quasi venti anni di silenzio, quando anche quest'ultimatradizione dell'Umbria popolare sembrava definitivamentecancellata, il Teatro di Magione ripropone il "Segalavecchia",un'antichissima rappresentazione teatrale, con significati ritualie satirici, strettamente legata ad un mondo contadino che nonesiste più.Lo spettacolo, un tempo itinerante per la piazze dei paesi eaddirittura le aie di contadini, rimasto da secoli invariato nellastruttura nei personaggi e nei testi che si tramandano di padrein figlio, verrà rappresentato al Teatro Mengoni di Magione, dauno degli ultimi gruppi di attori ancora attivi: la «Compagnia delSegalavecchia di Magione».Lo spettacolo sarà presentato dall'antropologo Paolo Baronti,dell'Università di Perugia, e dalla dottoressa Paola Pagana checosì spiega il Segavecchia: «È un rituale tipico del mondoagricolo, che affonda le radici nel periodo pre-cristiano. Si trattadi rito propiziatorio, atto a favorire il rinnovamento dellavegetazione e del genere umano tramite la morte di ciò che èvecchio, per preparare la propria rinascita».«Protagonista è la "vecchia" che incarna i vari malanni dellastagione trascorsa - aggiunge Pagana - e la sua 'messa amorte' rappresenta il passaggio alla nuova stagione. Presentein varie parti d'Italia, il Segavecchia, che ora non conosce più ifasti di un tempo, era particolarmente sentito nella Toscanameridionale ed in Umbria».