IL CANNONE DI DONNA IVOGA
Non molto distante dalla famosa grotta di Scuderi, nel territorio di Alì,
si trova una caverna, detta Valori, dove il popolo ritiene sia pure incantato
un gran tesoro.
Narrasi che esso vi fu nascosto da un giovane conte, il quale formò
l’incanto col sangue di quattro suoi domestici; per prendere il tesoro
occorreva avere gran coraggio, senza invocazioni religiose, ed i cuori di sette
fratelli, da consacrare alle ombre custodi.
Un merciaio di Nizza di Sicilia ebbe l’ardire di tentare l’impresa. Perciò
prese sette galletti nati da unica covata, strappò loro i cuori ed entrato
nella caverna, aiutato da una lanterna, li posò su una pietra e gridò che gli
si desse il tesoro. Immediatamente gli comparvero Don Papasso, Donna Chica,
bellissima fanciulla di quindici anni, Donna Voga, e la vecchia Donna Ivoga;
che val quanto dire le quattro persone uccisevi dal conte, e gli buttarono in
faccia i sette cuori, rimproverandolo perché non erano di uomini. Poi lo
presero per mano, e per provarne il coraggio lo portarono attorno per le stanze
ov’era il tesoro, tentando di spaventarlo con l’apparizione di ogni sorta di
animali, che subivano una serie di metamorfosi.
Ma il merciaio sorrideva a tutte quelle prove e senza tremare e senza fare
alcuna invocazione religiosa, andava innanzi meravigliando le quattro ombre,
che alla fine stavano per concedergli il tesoro. Quand’ecco l’orribile Donna
Ivoga ha una nuova idea, e mentre il merciaio gode a studiare le ricchezze di
cui si crede padrone, gli fa comparire innanzi un gran cannone, puntato giusto
contro di lui, con un artigliere che sta per appostarvi la miccia accesa.
Il povero diavolo, colto così all’improvviso, ebbe un moto istintivo di
paura, e con un alto grido invocò la sua salvezza alla Madonna. Nella grotta
avvenne un grande sconvolgimento, ed egli si trovò tramortito sulla spiaggia di
Alì.
Leggenda della zona di Alì.