IL FALSO PRETE
A San Pietro, come in altri paesi, si usa pigiare l’uva non solo il giorno,
ma anche la notte. I pigiatori si alzano dopo la mezzanotte, infilano un paio
di scarponi e partono per il palmento. Il caporale di essi, che è quegli che fa
i conti col padrone e distribuisce il guadagno, ne tiene le chiavi, ed ha
l’obbligo di alzarsi il primo per aprire il palmento, e di ritirarsi l’ultimo
per poterlo chiudere.
Ora uno di questi caporali di pigiatori andò una volta, verso mezzanotte,
al palmento del Palazzazzo, ne aprì il cancello, vi entrò ed accesa la
candela si diede a preparare, perché appena i compagni arrivavano potessero
cominciare il lavoro. Quand’ecco un prete con la papalina in testa si mostra
accanto a lui, si dirige pian pianino alla lucerna e con un soffio la spegne.
L’uomo cercò i fiammiferi e la riaccese, dicendo a quegli che credeva un
vero prete: « Vossignoria, scherzi con qualche altro e non con me ». Ma
il prete tornò ad avanzarsi, emise un altro soffio e si rifece il buio. « Torna
a soffiare, questo prete! », scattò il villano, « Vossia
si diverte ed io ho soltanto un altro fiammifero, e gli uomini stanno arrivando
». E per la terza volta accese la lucerna. Per la terza
volta il prete vi soffiò sopra e per la terza volta la spense.
Allora il villano comprese: « Chistu diavulu è! » gridò.
E si fece il segno della croce. Si intese un grande rumore, e si vide un
cerchio di fuoco. Sonava mezzanotte.
Tremante per la paura, il villano accese l’ultimo fiammifero e con esso la
lucerna; ma non c’era più nessuno, e coi compagni che arrivavano poté darsi al
lavoro.
Leggenda della zona di San Pietro Clarenza.