LA SIBILLA DI COMANO
Dove ora si trovano le terme di Comano abitava una sibilla. Irte le chiome,
nebulosa la pupilla, essa proferiva i suoi tetri oracoli in mezzo ai boschi dei
dintorni, profetando il futuro. Ogni tanto, in mezzo alle sue profezie, usciva
a dire: «Verrà un giorno che molte genti giungeranno in quest’orrida vallea, a
ricercare, sospirando, il tesoro che hanno perduto. Senza picconi e senza
martelli, verranno qui come fratelli ricchi e poveri, tutti verranno alla
scoperta; verranno da ogni paese, di ogni credenza, di ogni clima. Vengano
primi o vengano ultimi, tutti e ciascheduno verranno ad occupare la loro parte ».
Non sapendo quale tesoro si potesse mai celare tra quei dirupi, la gente ne
parlava continuamente, almanaccando che cosa potesse mai essere. Chi credeva
oro e diamanti; chi la verga degli incantesimi; chi diceva che v’erano nascoste
le corono di sei re. Ma la cupa profetessa non chiariva l’arcano; e finito che
aveva di parlare, l’acre fremeva turbinoso intorno ad essa. Gli uccelli si
rannicchiavano tra le foglie; le bestie fuggivano urlando disperse qua e là, il
fiume ruggiva come mare in tempesta. La gente scappava confusa e tremante.
Leggenda della Valle del Sarca.