IL BASILISCO DI MEZZOCORONA
Sopra il borgo di Mezzocorona, là dove la roccia pende più scoscesa, c’è
una caverna che è chiamata ancora dal popolo la caverna del Basilisco.
Una volta infatti abitava in quella tana un orribile basilisco, terrore di
tutta la Val d’Adige.
Era un orrido serpente, con una coda doppia, che snodava come una frusta;
aveva sul capo una cresta irta e tutta color di sangue; gli occhi fiammeggianti
come bragia ardente; la velenosa bocca armata di tre file di denti acutissimi;
quattro zampe da gallo, legate al corpo con una membrana, come il pipistrello,
formanti così due grandi ali; tutto il corpo lucente come carbone acceso. Dal
capo alla coda era tutto pieno di veleno; era il veleno e non altro che luceva;
e guai se una goccia sola di quel veleno cadeva a terra mentre il mostro
passava per aria; quello che esso toccava si accendeva, si riduceva in cenere,
in niente, e non c’era forza umana che potesse spegnere l’incendio, finché non
si smorzava da sé. il suo alito era così potente e micidiale da uccidere
sull’istante qualunque essere vivente; i frutti cadevano e imputridivano; le
erbe disseccavano e si incenerivano; gli uccelli precipitavano morti al suolo,
Una sera il mostro volò fuori della sua tana, e si mosse fin sopra Castel Tono:
pareva un gran tizzone e cigolava. Quand’ecco staccarsi una goccia di quel
mortale veleno, e, quasi saetta, fendere l’aria e arrivare alla terra: tutta la
montagna sopra Castel Tono: prese fuoco; si levò un vento impetuoso, e il vento
portava le fiamme di luogo in luogo, tutto bruciando e incenerendo; e dove un
giorno erano pinete superbe e boschi meravigliosi, non crebbe più che qualche
cespuglio e scarsa vi è tuttavia l’erba.
Leggenda del Trentino.