Il Giornale di Vicenza, Sabato 12 Aprile 2008
ENEGO - Brusamarso e il rogo salutano l’inverno
Enego ha definitivamente salutato l'inverno con il “Fora marso che april xe qua", antica tradizione che era stata accantonata per un lungo periodo di tempo, ma che è quindi tornata in auge da qualche anno grazie all'impegno dell'attiva sezione locale dei col diretti.
Promossa per l' ottavo anno consecutivo, dal gruppo dei coldiretti eneghesi in collaborazione con la Pro loco, l'iniziativa si rifà ad un rito antichissimo della tradizione contadina e mantiene tutto il fascino delle vecchie usanze, proponendo un simpatico rituale propiziatorio per cacciare definitivamente l'inverno e dare il benvenuto alla bella stagione.
Tutti, grandi e piccini, nella serata dell'ultimo giorno di Marzo, sono così invitati a partecipare, armati di bidoni, vecchie pentole e arnesi di latta, campanacci e bastoni e di ogni altro aggeggio rumoroso scaturito dalla fantasia, dando vita ad una rumorosissima, allegra sfilata lungo le vie del paese improvvisamente animate dall'inconsueto baccano.
La festa del "Brusamarso", come anche viene chiamata, si è quindi conclus in piazza San Marco con il tradizionale “rogo dea vecia", altro simbolo della brutta stagione da eliminare, rito scaramantico portafortuna, “condito" da the caldo e fumante vin brulè, sempre ricco di suggestione. R.M.
ENEGO - Brusamarso e il rogo salutano l’inverno
Enego ha definitivamente salutato l'inverno con il “Fora marso che april xe qua", antica tradizione che era stata accantonata per un lungo periodo di tempo, ma che è quindi tornata in auge da qualche anno grazie all'impegno dell'attiva sezione locale dei col diretti.
Promossa per l' ottavo anno consecutivo, dal gruppo dei coldiretti eneghesi in collaborazione con la Pro loco, l'iniziativa si rifà ad un rito antichissimo della tradizione contadina e mantiene tutto il fascino delle vecchie usanze, proponendo un simpatico rituale propiziatorio per cacciare definitivamente l'inverno e dare il benvenuto alla bella stagione.
Tutti, grandi e piccini, nella serata dell'ultimo giorno di Marzo, sono così invitati a partecipare, armati di bidoni, vecchie pentole e arnesi di latta, campanacci e bastoni e di ogni altro aggeggio rumoroso scaturito dalla fantasia, dando vita ad una rumorosissima, allegra sfilata lungo le vie del paese improvvisamente animate dall'inconsueto baccano.
La festa del "Brusamarso", come anche viene chiamata, si è quindi conclus in piazza San Marco con il tradizionale “rogo dea vecia", altro simbolo della brutta stagione da eliminare, rito scaramantico portafortuna, “condito" da the caldo e fumante vin brulè, sempre ricco di suggestione. R.M.