mercoledì 23 aprile 2008

Quando s'andava in processione da San Dordi contro peste e grandine

Il Gazzettino, 23 aprile 2008
LA RICORRENZA
Quando s'andava in processione da San Dordi contro peste e grandine
Nel Bellunese San Dordi (Giorgio) é titolare di 4 parrocchiali e di altre chiese minori. Leggenda vuole che S. Giorgio uccidesse con la lancia un terribile drago, simbolo del male. Così è effigiato ad esempio nella chiesa di S. Giovanni Battista di Libano di Sedico dove lo scorso anno è stato riscoperto un affresco attribuito all'artista del '500 Giovanni da Mel. S. Giorgio fu caro ai Longobardi che gli intitolarono diversi castelli in Valbelluna; la sua devozione giunse al culmine quando crociati feltrini portarono delle sue reliquie nel santuario di S. Vittore.

E' datata addirittura 882 la notizia della prima chiesa dedicata d S. Giorgio a Vezzano, presso Belluno. In comune di Sedico è l'isolata e alpestre chiesetta di Libàno a vantare tradizioni come la processione valligiana che, fino a 60 anni fa saliva lassù, a 1.300 m. di quota, per ottenere l'intercessione del santo contro grandine e siccità, nemiche mortali del raccolto. In cima si portavano anche i bimbi che non mangiavano formaggio, chiedendo al santo di liberarli da un problema che li privava d'un cibo diffuso e a buon mercato.

Caratteristica, a Sorriva, é la tradizionale "menestra de San Dordi". La peste del 1631, quella dei Promessi Sposi, anche lì causò tante vittime. Fidando in Dio, i paesani fecero voto di santificare le feste, digiunare nelle vigilie e fare vita veramente cristiana. Il voto, troppo oneroso, poi mutò, santificando il 23 aprile e offrendo alla chiesa un paliotto di cuoio raffigurante il Santo. A ciò si aggiunsero la processione votiva e la preparazione della minestra per i poveri fatta coi fagioli, curati e triturati, cotta in grandi paioli di rame. La festa si perpetua da allora la domenica successiva al 23 aprile e comprende la processione con i cappati che portano croci, torce e stendardo, la messa, la benedizione e la distribuzione della minestra preparata ogni anno da tre famiglie.

Giovanni Larese