Il Quotidiano della Calabria, 12 maggio 2000
Al museo della Magna Grecia un convegno storico organizzato dall’associazione “L’Agorà”
L’Aspromonte e la “chanson de gestes”
c.r.
ANCHE l'Aspremonte ha la sua "chanson de gestes". E a sfatare il mito che i poemi epico-cavallereschi del ciclo carolingio non oltrepassassero i Pirenei, è stata Carmelina Sicari, la preside dell'istituto Magistrale, durante il convegno organizzato nei giorni scorsi al museo della Magna Grecia. La manifestazione, organizzata dal circolo culturale L'Agorà, è stata introdotta brevemente da Natale Bova, che ha poi lasciato la parola alla Sicari, che ha ripercorso la sua avventurosa ricerca del manoscritto. La data della nascita del poema in ottave è collocabile nel XII secolo e fino al XVI ha subito diversi rifacimenti.
L'autore, che è rimasto anonimo, era uno di quei cantori che, condito di buone letture ma con mezzi linguistici non molto raffinati, intratteneva le piazze. Questi poemi erano infatti le "telenovelas" medievali: il cantore le interrompeva proprio nel momento cruciale dell'azione e dava appuntamento al pubblico per la prossima serata. E proprio uno di questi cantori, che avevano un'attività itinerante, deve aver portato a Ferrara la nostra "chanson d'Aspremont". Infatti, la preside Sicari ha rintracciato il testo del poema in una biblioteca ferrarese. Per rinvenirlo ha fatto una vera e proprio caccia al tesoro. La prima traccia, Carmelina Sicari l'ha trovata nell'Orlando Furioso dell'Ariosto. Nel suo poema scritto in ottave come la nostra chanson, il letterato ferrarese dice che Orlando ha strappato l'elmo al suo nemico Almonte proprio sull'Aspromonte (proprio come poi confermerà il codice con il nostro poema). Ma, a questa prima indicazione, Carmelina presto ne aggiunge un'altra. Andrea da Barberino ha infatti scritto un poema, "L'Aspromonte" appunto, informato alle guerre tra cristiani e pagani. Qui, c'è un indicazione geografica dettagliata: lo sbarco dei pagani è addirittura collocabile nei pressi del torrente Calopinace, per la presenza dei tre mulini. Insomma, L'Aspromonte è stato fonte di ispirazione letterarie per l'Ariosto e per Barberino e entrambi conoscevano la nostra "chanson", visto che è fuor di dubbio che abbiano mai vistato la nostra montagna. In più, l'Ariosto ha attinto alla chanson d'Aspremont non solo per la citazione (l'elmo di Orlando rubato sull'Aspromonte) ma anche per l'identikit di una delle figure meglio riuscite del suo poema. Bradamante, la guerriera da cui discenderà la stirpe degli Estensi (i signori di Ferrara), è Gallicella, la guerriera che poi sposerà Ruggiero di Risa (Reggio), il solo che è riuscito a batterla nelle armi. La figura di Bradamante allude chiaramente a Isabellla d'Este, donna intelligentissima e protettrice di artisti e letterati che Ariosto celebra nel suo poema. Ritornando a la chanson d'Aspremont, sarà dopo la morte di Ruggiero di Risa, tradito dal fratello, che Reggio viene consegnata alle truppe pagane e il mondo cattolico comprende l'importanza della posizione strategica della nostra città. Da Reggio è possibile espugnare tutto il mondo cristiano. A quel punto Rolandino, il piccolo Orlando che si infurierà con l'Ariosto, scende con le truppe cattoliche in Aspromonte e qui si scontrerà con Almonte, fratello di Gallicella, e gli ruberà l'elmo e il cavallo Brigliadoro. Già da piccolo, nella "chanson d'Aspremont", promette bene e da grande manterrà le previsioni: ma queste sono le gesta di un'altra storia, quella dell'Ariosto.
Al museo della Magna Grecia un convegno storico organizzato dall’associazione “L’Agorà”
L’Aspromonte e la “chanson de gestes”
c.r.
ANCHE l'Aspremonte ha la sua "chanson de gestes". E a sfatare il mito che i poemi epico-cavallereschi del ciclo carolingio non oltrepassassero i Pirenei, è stata Carmelina Sicari, la preside dell'istituto Magistrale, durante il convegno organizzato nei giorni scorsi al museo della Magna Grecia. La manifestazione, organizzata dal circolo culturale L'Agorà, è stata introdotta brevemente da Natale Bova, che ha poi lasciato la parola alla Sicari, che ha ripercorso la sua avventurosa ricerca del manoscritto. La data della nascita del poema in ottave è collocabile nel XII secolo e fino al XVI ha subito diversi rifacimenti.
L'autore, che è rimasto anonimo, era uno di quei cantori che, condito di buone letture ma con mezzi linguistici non molto raffinati, intratteneva le piazze. Questi poemi erano infatti le "telenovelas" medievali: il cantore le interrompeva proprio nel momento cruciale dell'azione e dava appuntamento al pubblico per la prossima serata. E proprio uno di questi cantori, che avevano un'attività itinerante, deve aver portato a Ferrara la nostra "chanson d'Aspremont". Infatti, la preside Sicari ha rintracciato il testo del poema in una biblioteca ferrarese. Per rinvenirlo ha fatto una vera e proprio caccia al tesoro. La prima traccia, Carmelina Sicari l'ha trovata nell'Orlando Furioso dell'Ariosto. Nel suo poema scritto in ottave come la nostra chanson, il letterato ferrarese dice che Orlando ha strappato l'elmo al suo nemico Almonte proprio sull'Aspromonte (proprio come poi confermerà il codice con il nostro poema). Ma, a questa prima indicazione, Carmelina presto ne aggiunge un'altra. Andrea da Barberino ha infatti scritto un poema, "L'Aspromonte" appunto, informato alle guerre tra cristiani e pagani. Qui, c'è un indicazione geografica dettagliata: lo sbarco dei pagani è addirittura collocabile nei pressi del torrente Calopinace, per la presenza dei tre mulini. Insomma, L'Aspromonte è stato fonte di ispirazione letterarie per l'Ariosto e per Barberino e entrambi conoscevano la nostra "chanson", visto che è fuor di dubbio che abbiano mai vistato la nostra montagna. In più, l'Ariosto ha attinto alla chanson d'Aspremont non solo per la citazione (l'elmo di Orlando rubato sull'Aspromonte) ma anche per l'identikit di una delle figure meglio riuscite del suo poema. Bradamante, la guerriera da cui discenderà la stirpe degli Estensi (i signori di Ferrara), è Gallicella, la guerriera che poi sposerà Ruggiero di Risa (Reggio), il solo che è riuscito a batterla nelle armi. La figura di Bradamante allude chiaramente a Isabellla d'Este, donna intelligentissima e protettrice di artisti e letterati che Ariosto celebra nel suo poema. Ritornando a la chanson d'Aspremont, sarà dopo la morte di Ruggiero di Risa, tradito dal fratello, che Reggio viene consegnata alle truppe pagane e il mondo cattolico comprende l'importanza della posizione strategica della nostra città. Da Reggio è possibile espugnare tutto il mondo cristiano. A quel punto Rolandino, il piccolo Orlando che si infurierà con l'Ariosto, scende con le truppe cattoliche in Aspromonte e qui si scontrerà con Almonte, fratello di Gallicella, e gli ruberà l'elmo e il cavallo Brigliadoro. Già da piccolo, nella "chanson d'Aspremont", promette bene e da grande manterrà le previsioni: ma queste sono le gesta di un'altra storia, quella dell'Ariosto.