"Il Giornale di Vicenza", Martedì 1 Aprile 2008
LE NOSTRE RADICI: Assieme alle rondini arriva il cuculo
Antonio F. Celotto
Ad annunciare la primavera non è solo l'arrivo della rondine. Tra i tanti cinquettii che risuonano, uno è particolarmente nitido e sonoro, costituito da due suoni successivi che potrebbero essere definiti dalle sillabe cu-cue: è il canto del cuculo.
È un bell’animale, più elegante di un colombo. Abita le macchie, i boschi e le campagne alberate, cibandosi di insetti, larve e bruchi pelosi.
Eccezionali sono i suoi costumi per quanto riguarda la riproduzione. Non costruisce nido nè cova uova: queste vengono deposte nei nidi di altri uccelli (in gener piccoli passeracei) le cui uova vengono, talvolta, in parte distrutte o gettate fuori dal nido. Il piccolo cuculo, essendo più grande degli eventuali pulcini nati dalle uova dei genitori adottivi, caccia i compagni di cova e rimane l'unico occupante.
Il cuculo giunge da noi tra fine marzo ed i primi di aprile: nei periodi invernali torna verso l'Africa. Sia in Valbrenta, sia sul Grappa e sull'altipiano di Asiago, si credeva che il cuculo tornasse tra il 10 e il 15 di aprile e si traevano auspici se l'uccello si fosse fatto sentire prima o dopo tale data.
Dalle nostre parti, la gente recitava una filastrocca che suonava così: «Ai oto da april el cuco ha da vegnin; se nol vien ai diese, le preso par la siese; e se non vien ai venti, le preso sui frumenti e se non vien ai trenta, el pastor lo gà magna co' la poenta».
LE NOSTRE RADICI: Assieme alle rondini arriva il cuculo
Antonio F. Celotto
Ad annunciare la primavera non è solo l'arrivo della rondine. Tra i tanti cinquettii che risuonano, uno è particolarmente nitido e sonoro, costituito da due suoni successivi che potrebbero essere definiti dalle sillabe cu-cue: è il canto del cuculo.
È un bell’animale, più elegante di un colombo. Abita le macchie, i boschi e le campagne alberate, cibandosi di insetti, larve e bruchi pelosi.
Eccezionali sono i suoi costumi per quanto riguarda la riproduzione. Non costruisce nido nè cova uova: queste vengono deposte nei nidi di altri uccelli (in gener piccoli passeracei) le cui uova vengono, talvolta, in parte distrutte o gettate fuori dal nido. Il piccolo cuculo, essendo più grande degli eventuali pulcini nati dalle uova dei genitori adottivi, caccia i compagni di cova e rimane l'unico occupante.
Il cuculo giunge da noi tra fine marzo ed i primi di aprile: nei periodi invernali torna verso l'Africa. Sia in Valbrenta, sia sul Grappa e sull'altipiano di Asiago, si credeva che il cuculo tornasse tra il 10 e il 15 di aprile e si traevano auspici se l'uccello si fosse fatto sentire prima o dopo tale data.
Dalle nostre parti, la gente recitava una filastrocca che suonava così: «Ai oto da april el cuco ha da vegnin; se nol vien ai diese, le preso par la siese; e se non vien ai venti, le preso sui frumenti e se non vien ai trenta, el pastor lo gà magna co' la poenta».