mercoledì 20 maggio 2020

storie legate ai fantasmi

FANTASMI
L'opinione pubblica moderna è e sarà sempre discorde circa l'eventuale valore di fortuna (o di sfortuna) connesso alla presenza di un fantasma in un certo luogo o in una certa costruzione. Sarà bene dire subito che non necessariamente i fantasmi preferiscono i castelli inglesi.
Esistono "indizi" e testimonianze dell'esistenza di fantasmi anche nel nostro Paese, con risvolti quasi sempre pittoreschi.
Ma la questione di fondo è una: la presenza di un fantasma porta fortuna oppure no? La risposta è, nella maggior parte dei casi, soggettiva, essendo connessa alla paura o meno di chi ne riferisce o abbia la ventura d'imbattersi in un fantasma.
Un preciso riferimento lo abbiamo nella cultura popolare partenopea, ove la presenza d'un specifico tipo di fantasma (il codsidetto "monaciello") in un'abitazione - presenza peraltro spesso testimoniata da non pochi scrittori - era ritenuta sostanzialmente positiva, e apportatrice di benefici diretti o indiretti, che potevano spaziare dalla vera e propria materializzazione di monete a beneficio di uno degli inquilini, fino al suggerimento - in vari modi - di numeri "certi" da giocare al lotto.
In altre culture, e prevalentemente in quella anglosassone, il fantasma è considerato una presenza soguardata con un misto di ironia e di snob.
Ancora oggi, si favoleggia che in molte dimore nobili sia di casa un fantasma, o quanto meno qualche presenza equivalente.
A meno che la presenza del fantasma non sia accompagnata da manifestazioni palesemente negative od ostili, si tende a considerarla come generalmente fortunata.
Il ragionamento è semplice: se c'è un fantasma, vuol dire che in questa casa si trova bene: perciò tanto vale accettarlo e convinverci in pace, anziché cercare di combatterlo, ed essergli grato per la "preferenza" accordataci: prima o poi, la sua presenza porterà fortuna.