Leggende.
Mappa delle impronte del diavolo in Italia
A 1.200 metri sul monte Vandalino in territorio di Cuneo in una caverna vi sono, impressi nella roccia, delle orme di piede che i locali chiamano «peà dar diàu» (pedate del diavolo).
Tra S. Bartolomeo e S. Martino (Sondrio) c’è una pietra con incisa l’impronta dell’intero corpo del diavolo e dirimpetto, sopra Tirindree, su una rupe, l’artiglio impresso nella roccia: cinque fori. Anche sulla strada fra S. Antonio Morignone e S. Bartolomeo (Sondrio), dove avvenne uno smottamento anni fa che causò molte vittime e danni incalcolabili, vi è una pietra con l’impronta degli zoccoli di un demonio.
Sulla vetta del Monte Burello, in VaI Magra, in provincia di La Spezia, vi è una cavità chiamata «il forno del diavolo» dove sono nette le impronte delle corna del diavolo.
L’impronta di un piede del diavolo è sulla strada per Malciaussia (Torino) vicino al Piss Madaj.
Impronta di piedi, zoccoli, corna e artigli del diavolo sono anche sulla pietra cagna che si trova in un punto del Bec Ceresin nella Valle di Lanzo Torino.
Nel territorio di Gressoney-Saint Jean (Aosta) poco oltre l’hotel Miravalle c’è la roccia del diavolo con l’impronta di due corna.
Vicino al Santuario di Oropa (Vercelli)
in una galleria vi sono, nette, le tracce lasciate da un carro infernale e, nel sasso, si possono vedere anche le impronte delle mani del diavolo.
A 5. Benigno (Torino) sulla parete del campanile c’è l’impronta di un artiglio del diavolo.
In Val Grande, in territorio di Vercelli sul monte Ventolaro c’è la «parete forata», un ampio foro nella roccia largo 4,50 m e alto 1,70 prodotto dalla cornata di un diavolo.
Nella Conca di Cilimo (Novara) vi è un masso con l’impronta del piede del diavolo.
Un macigno che conserva le impronte della testa delle corna e degli unghioni del diavolo è situato sulle falde della Ravasina, vicino a Cervarolo (Novara).
Nell’agro montuoso di Alice Superiore (Torino) presso le gole del Caravò c’è un masso con l’impronta di una zampa del demonio.
In piazza Sant’Ambroglio a Milano vi è una colonna con i fori delle corna del diavolo.
Un buco provocato da un demonio è anche sul ponte di Pavia che attraversa il Ticino.
A Bobbio (Piacenza) nella cripta della chiesa di S. Colombano si possono vedere sul pavimento piccole impronte nere lasciate dalle zampe di un cane che, in realtà, era un demonio.
A Ganda (Bolzano), in Val Martello, in una roccia sono impresse le impronte di un corpo e i locali chiamano il sasso «il seggiolone del diavolo» perché, si dice, vi stava seduto un demonio in meditazione.
Sulla serra sopra la Fornacetta di Barga (Lucca) sulla sommità di un monte c’è una rupe che conserva l’impronta degli artigli del diavolo che salta di sotto per scommessa. Il luogo è «il salto del diavolo».
Sul monte di Saliceto nei pressi di Zeri (Massa Carrara) vi è una grotta sulle cui pareti è incisa l’orma dello zoccolo di un cavallo montato dal diavolo.
Sulla via Ristonchiaia vicino a Vallombrosa (Firenze) è visibile il «masso del diavolo» con le orme dei piedi infernali.
A Roma nella chiesa di S. Domenico c’è una pietra che, si dice, fu gettata da un diavolo contro il santo.
A San Vito Chietino (Chieti) c’è uno scoglio largo tre metri e, quando è bassa marea, si possono vedere due impronte di piedi di capra che, sembra, sono del diavolo.
Sul monte di Luogosanto (Sassari) ci sono due orme: una di Gesù e l’altra di un diavolo.
A Buggerru (Macerata) sul fianco della montagna c’è una spaccatura a forma di mano provocata da un diavolo.
Vicino ad Aci Platani (Catania) in una viuzza che porta ad un vecchio mulino vi è un masso di lava sul quale si notano due incavature somiglianti alle orme di un piede. La prima è quella del Signore, la seconda è la pedata di un demonio. In località «petre cent’anni» vicino a Isnelli (Palermo) c’è un masso in arenaria con incise due orme fatte da un diavolo.
Dario Spada
Il Giornale dei Misteri, Agosto 1992, pagina 47
Mappa delle impronte del diavolo in Italia
A 1.200 metri sul monte Vandalino in territorio di Cuneo in una caverna vi sono, impressi nella roccia, delle orme di piede che i locali chiamano «peà dar diàu» (pedate del diavolo).
Tra S. Bartolomeo e S. Martino (Sondrio) c’è una pietra con incisa l’impronta dell’intero corpo del diavolo e dirimpetto, sopra Tirindree, su una rupe, l’artiglio impresso nella roccia: cinque fori. Anche sulla strada fra S. Antonio Morignone e S. Bartolomeo (Sondrio), dove avvenne uno smottamento anni fa che causò molte vittime e danni incalcolabili, vi è una pietra con l’impronta degli zoccoli di un demonio.
Sulla vetta del Monte Burello, in VaI Magra, in provincia di La Spezia, vi è una cavità chiamata «il forno del diavolo» dove sono nette le impronte delle corna del diavolo.
L’impronta di un piede del diavolo è sulla strada per Malciaussia (Torino) vicino al Piss Madaj.
Impronta di piedi, zoccoli, corna e artigli del diavolo sono anche sulla pietra cagna che si trova in un punto del Bec Ceresin nella Valle di Lanzo Torino.
Nel territorio di Gressoney-Saint Jean (Aosta) poco oltre l’hotel Miravalle c’è la roccia del diavolo con l’impronta di due corna.
Vicino al Santuario di Oropa (Vercelli)
in una galleria vi sono, nette, le tracce lasciate da un carro infernale e, nel sasso, si possono vedere anche le impronte delle mani del diavolo.
A 5. Benigno (Torino) sulla parete del campanile c’è l’impronta di un artiglio del diavolo.
In Val Grande, in territorio di Vercelli sul monte Ventolaro c’è la «parete forata», un ampio foro nella roccia largo 4,50 m e alto 1,70 prodotto dalla cornata di un diavolo.
Nella Conca di Cilimo (Novara) vi è un masso con l’impronta del piede del diavolo.
Un macigno che conserva le impronte della testa delle corna e degli unghioni del diavolo è situato sulle falde della Ravasina, vicino a Cervarolo (Novara).
Nell’agro montuoso di Alice Superiore (Torino) presso le gole del Caravò c’è un masso con l’impronta di una zampa del demonio.
In piazza Sant’Ambroglio a Milano vi è una colonna con i fori delle corna del diavolo.
Un buco provocato da un demonio è anche sul ponte di Pavia che attraversa il Ticino.
A Bobbio (Piacenza) nella cripta della chiesa di S. Colombano si possono vedere sul pavimento piccole impronte nere lasciate dalle zampe di un cane che, in realtà, era un demonio.
A Ganda (Bolzano), in Val Martello, in una roccia sono impresse le impronte di un corpo e i locali chiamano il sasso «il seggiolone del diavolo» perché, si dice, vi stava seduto un demonio in meditazione.
Sulla serra sopra la Fornacetta di Barga (Lucca) sulla sommità di un monte c’è una rupe che conserva l’impronta degli artigli del diavolo che salta di sotto per scommessa. Il luogo è «il salto del diavolo».
Sul monte di Saliceto nei pressi di Zeri (Massa Carrara) vi è una grotta sulle cui pareti è incisa l’orma dello zoccolo di un cavallo montato dal diavolo.
Sulla via Ristonchiaia vicino a Vallombrosa (Firenze) è visibile il «masso del diavolo» con le orme dei piedi infernali.
A Roma nella chiesa di S. Domenico c’è una pietra che, si dice, fu gettata da un diavolo contro il santo.
A San Vito Chietino (Chieti) c’è uno scoglio largo tre metri e, quando è bassa marea, si possono vedere due impronte di piedi di capra che, sembra, sono del diavolo.
Sul monte di Luogosanto (Sassari) ci sono due orme: una di Gesù e l’altra di un diavolo.
A Buggerru (Macerata) sul fianco della montagna c’è una spaccatura a forma di mano provocata da un diavolo.
Vicino ad Aci Platani (Catania) in una viuzza che porta ad un vecchio mulino vi è un masso di lava sul quale si notano due incavature somiglianti alle orme di un piede. La prima è quella del Signore, la seconda è la pedata di un demonio. In località «petre cent’anni» vicino a Isnelli (Palermo) c’è un masso in arenaria con incise due orme fatte da un diavolo.
Dario Spada
Il Giornale dei Misteri, Agosto 1992, pagina 47