La città di Salerno, 17 aprile 2004
Da Demetra alle celebrazioni Mariane
Gilda Camaggio
Leggenda, tradizione e fede si mescolano e confluiscono nei festeggiamenti della Madonna delle Galline. Si racconta che, intorno al 1500, alcune galline che razzolavano in un cortile,Êscostando la terra, fecero emergere una tavoletta dipinta, forse nascosta nel periodo dell'iconoclastia e delle invasioni saracene (tra i secoli VIII e IX), dove era raffigurata la Madonna Del Carmine. La designazione della processione di Pagani trae origine dal ritrovamento dell'effigie, che assunse una particolare forma di devozione dal 1609 in seguito alla guarigione di uno storpio. Ma anche dalla consuetudine di offrire questi volatili come tributo antichissimo da parte dei Paganesi in occasione della festa di Maria Santissima. Un gesto, talmente legato nella mentalità locale come forma simbolica di omaggio, che nei racconti si afferma che la gallina più bella del pollaio si sente chiamata e si dirige spontaneamente in chiesa in occasione della festa della Madonna per onorarla, proprio come accadde ad una gallina, che, essendo stata data in dono alla Vergine da una donna poi pentitasi dell'offerta, si recò da sola al santuario.
La giornata dedicata alla Madonna delle galline, che cade per consuetudine la prima domenica dopo Pasqua, rievoca anche l'antica venerazione della dea Demetra, divinità protettrice della natura e delle messi.
All'origine delle celebrazioni dunque confluiscono più elementi, come spiega il professore Paolo Apolito, docente di Antropologia culturale presso l'Università degli studi di Salerno.
«Occorre sempre distinguere - spiega l'antropologo - l'origine precristiana da quella cristiana di una festa. La Madonna delle Galline è una delle tante feste mariane che si svolgono dopo Pasqua, quando si chiude il ciclo invernale legato alla morte, che parte in agosto dall'Assunta, passa per il Natale e culmina appunto nella settimana Santa, momento topico della commemorazione della morte.
Le feste Mariane, legate alla celebrazione della Madonna, sono feste primaverili di vita, scandite dai ritmi della ciclicità contadina, che anticipano o prefigurano il momento del raccolto, della natura rigogliosa e produttiva». Il professore Apolito continua, ricordando le origini pre cristiane di una celebrazione che ogni anno polarizza l'attenzione di centinaia di persone provenienti da tutta la provincia e anche da fuori. «Già prima del cristianesimo troviamo feste legate a divinità femminili con bambino, un immagine che richiama alla fertilità - ha continuato il docente universitario - dove la fecondità umana è simbolicamente di auspicio alla fertilità delle terre. Un'eredità pagana che la Madonna ha raccolto, ma i cui significati oggi sono peculiarmente cristiani». Ma in che periodo è avvenuta la trasformazione della festa? «Si tratta di una cristianizzazione di un dettato narrativo precedente, avvenuta a cavallo tra il '500 e il '600, periodo in cui la Chiesa si accorse che nel sud Italia il Vangelo non era penetrato - ha spiegato l'antropologo - e sollecitò la nascita di culti di rifacimento delle leggende, proprio per cristianizzare il mondo contadino. Il passaggio è avvenuto nella maniera più indolore, accogliendo tra l'altro anche l'eredità delle forme musicali dal mondo antico arcaico.
La modalità campana di festeggiare con forme musicali e danze contadine basate su strumenti come le tammorre, la troviamo in tutte le feste Mariane dopo Pasqua. La caratteristica peculiare di questa festa è il rapporto con i volatili, presente già in divinità precristiane. I volatili segnalano un rapporto con la morte ma anche con la rinascita; in particolare la gallina collega cielo, terra e sottoterra. è un uccello, quindi guarda al cielo, ma non vola, e dunque appartiene alla terra, inoltre, nel caso di Pagani, scava e trova l'immagine della Madonna, toccando così anche il sottoterra».
Da Demetra alle celebrazioni Mariane
Gilda Camaggio
Leggenda, tradizione e fede si mescolano e confluiscono nei festeggiamenti della Madonna delle Galline. Si racconta che, intorno al 1500, alcune galline che razzolavano in un cortile,Êscostando la terra, fecero emergere una tavoletta dipinta, forse nascosta nel periodo dell'iconoclastia e delle invasioni saracene (tra i secoli VIII e IX), dove era raffigurata la Madonna Del Carmine. La designazione della processione di Pagani trae origine dal ritrovamento dell'effigie, che assunse una particolare forma di devozione dal 1609 in seguito alla guarigione di uno storpio. Ma anche dalla consuetudine di offrire questi volatili come tributo antichissimo da parte dei Paganesi in occasione della festa di Maria Santissima. Un gesto, talmente legato nella mentalità locale come forma simbolica di omaggio, che nei racconti si afferma che la gallina più bella del pollaio si sente chiamata e si dirige spontaneamente in chiesa in occasione della festa della Madonna per onorarla, proprio come accadde ad una gallina, che, essendo stata data in dono alla Vergine da una donna poi pentitasi dell'offerta, si recò da sola al santuario.
La giornata dedicata alla Madonna delle galline, che cade per consuetudine la prima domenica dopo Pasqua, rievoca anche l'antica venerazione della dea Demetra, divinità protettrice della natura e delle messi.
All'origine delle celebrazioni dunque confluiscono più elementi, come spiega il professore Paolo Apolito, docente di Antropologia culturale presso l'Università degli studi di Salerno.
«Occorre sempre distinguere - spiega l'antropologo - l'origine precristiana da quella cristiana di una festa. La Madonna delle Galline è una delle tante feste mariane che si svolgono dopo Pasqua, quando si chiude il ciclo invernale legato alla morte, che parte in agosto dall'Assunta, passa per il Natale e culmina appunto nella settimana Santa, momento topico della commemorazione della morte.
Le feste Mariane, legate alla celebrazione della Madonna, sono feste primaverili di vita, scandite dai ritmi della ciclicità contadina, che anticipano o prefigurano il momento del raccolto, della natura rigogliosa e produttiva». Il professore Apolito continua, ricordando le origini pre cristiane di una celebrazione che ogni anno polarizza l'attenzione di centinaia di persone provenienti da tutta la provincia e anche da fuori. «Già prima del cristianesimo troviamo feste legate a divinità femminili con bambino, un immagine che richiama alla fertilità - ha continuato il docente universitario - dove la fecondità umana è simbolicamente di auspicio alla fertilità delle terre. Un'eredità pagana che la Madonna ha raccolto, ma i cui significati oggi sono peculiarmente cristiani». Ma in che periodo è avvenuta la trasformazione della festa? «Si tratta di una cristianizzazione di un dettato narrativo precedente, avvenuta a cavallo tra il '500 e il '600, periodo in cui la Chiesa si accorse che nel sud Italia il Vangelo non era penetrato - ha spiegato l'antropologo - e sollecitò la nascita di culti di rifacimento delle leggende, proprio per cristianizzare il mondo contadino. Il passaggio è avvenuto nella maniera più indolore, accogliendo tra l'altro anche l'eredità delle forme musicali dal mondo antico arcaico.
La modalità campana di festeggiare con forme musicali e danze contadine basate su strumenti come le tammorre, la troviamo in tutte le feste Mariane dopo Pasqua. La caratteristica peculiare di questa festa è il rapporto con i volatili, presente già in divinità precristiane. I volatili segnalano un rapporto con la morte ma anche con la rinascita; in particolare la gallina collega cielo, terra e sottoterra. è un uccello, quindi guarda al cielo, ma non vola, e dunque appartiene alla terra, inoltre, nel caso di Pagani, scava e trova l'immagine della Madonna, toccando così anche il sottoterra».