Natale non significa solo ricordare la nascita di Gesù Cristo: questa ricorrenza coniuga festività, tradizioni e costumi celebrati da tutti gli europei, da Dublino a Zagabria.
http://www.cafebabel.com/it/article.asp?T=T&Id=5532
Dicembre è il tempo di una festa veramente europea: i bambini aspettano visitatori notturni a sorpresa, le famiglie si riuniscono e le luci degli alberi di Natale rendono più accoglienti le case. Sembra quasi scontato dire che Natale è una festività europea – dopo tutto Gesù è nato nel Medioriente – ma uno sguardo attento alle tradizioni che caratterizzano questi giorni di festa rivela che questa festività non è un'invenzione occidentale: deve, infatti, molto di più al nostro comune passato pagano che a quello cristiano.
Uniti da tradizioni vecchie e nuove
Il 25 dicembre fu designato come celebrazione cristiana da un decreto ufficiale dell'Imperatore romano Costantino solo nel Quarto secolo dopo Cristo. La scelta di questa data scelta dimostra in modo evidente l'influenza del paganesimo: i teologi sostengono infatti che Cristo sia nato in settembre o in ottobre, ma Costantino posticipò la festa alla data della celebrazione pagana della rinascita del dio Sole. Che cade, appunto, con il solstizio d'inverno, celebrato il 25 dicembre.
Un'altra tradizione di origine pagana è quella dell'albero: quando decoriamo il nostro tedesco tannenbaum o albero di Natale, addobbiamo le pareti con festoni, ci baciamo sotto il vischio, non facciamo niente di nuovo: sono tutte cose che venivano fatte già molto prima della nascita di Cristo. Questa tradizione infatti risale addirittura all'antico Egitto, alla Grecia e all'antica Roma. I druidi della Britannia vedevano l'albero di Natale come un essere dotato di poteri magici proprio perché non perdeva mai le foglie. E intorno al Sedicesimo secolo in Germania gli alberi di Natale furono portati come tradizione nel Natale cristiano.
Coloro che abitano nell'Europa anglofona possono ringraziare i norvegesi per l'usanza di baciarsi sotto il vischio. Si racconta che Frigga, dea scandinava del matrimonio e della famiglia, piangesse il figlio defunto e che le sue lacrime si fossero trasformate in bacche di vischio e avessero fatto rinascere il figlio. Piena di gioia la dea iniziò a baciare tutti coloro che passavano sotto questa pianta chiamata vischio. I celti dell'Europa moderna devono ai loro avi la tradizione del ceppo natalizio:quest'usanza per cui i bambini decorano un ceppo che circonda un candela
Dalla mitra al cappello di lana
E ancora, l'Europa contribuì alle tradizioni natalizie con un personaggio carico di magia e caro a tutti: San Nicola. Quest'uomo leggendario, gioviale e generoso, avrebbe vissuto nel Quarto secolo in Asia Minore (l'attuale Turchia), e sarebbe il vescovo di Myra, Nicola, famoso per la sua generosità e per aver salvato tre povere sorelle impedendo che fossero vendute come schiave, rovesciando tre borse d'oro giù dal camino delle loro abitazioni. Il tempo e l'amore delle persone per queste piccole leggende avrebbe così trasformato San Nicola di Myra nel Babbo Natale che scende dai camini.
San Nicola è veramente un mito europeo: la sua leggenda ha viaggiato e si è diffusa nella maggior parte dei Paesi europei. Oltre ad essere infatti il personaggio che ha dato vita al mito di Santa Claus, il santo turco è "padre" di molte altre figure natalizie. In Olanda si chiama Sinterklass o Sint Nicolaas, che arriva a bordo di una nave dalla Spagna con Zwarte Piet, un aiutante maligno. In Finlandia troviamo invece lo Joulupukki o "capretta di Natale", un uomo anziano e molto buono che viaggia con la slitta partendo da casa sua in Lapponia per consegnare regali ai bambini. Nell'Europa anglofona diventa Father Christmas o St. Nick, nonostante il mito americano di Santa Claus (dall'olandese Sinterklaas) stia diventando sempre più popolare. Potrebbe sembrare il personaggio europeo più noto, ma Santa Claus non è l'unico a consegnare i doni. Durante le notti di fine dicembre infatti i cieli europei sono pieni di figure fantastiche: in Italia ad esempio i bambini ricevono la visita della Befana, un'anziana donna che viaggia su di una scopa magica, in Germania, Svizzera ed Austria è invece il Gesù Bambino a portare i doni.
Dappertutto in Europa i bambini vengono visitati durante la notte dal piccolo Gesù, la Piccola Stella o i tre Uomini Saggi.
Non solo poi l'Europa ha dato vita alle tradizioni natalizie, ma è anche l'inventrice di alcuni degli aspetti più commercializzati del Natale: il calendario dell'Avvento fece la sua prima comparsa nel mercato nel 1851, mentre i biglietti di Natale e i biscotti si diffusero in Inghilterra durante la metà dell'Ottocento. Ma è solo dopo l'avvento del Santa Claus della Coca Cola, nel 1931, che l'America si è guadagnata ufficialmente lo scettro delle tradizioni natalizie. Vuol forse questo suggerire che il futuro del Natale sarà quello di essere edulcorato dai commercialissimi bastoncini di canditi rossi e bianchi?
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Dicembre è il tempo di una festa veramente europea: i bambini aspettano visitatori notturni a sorpresa, le famiglie si riuniscono e le luci degli alberi di Natale rendono più accoglienti le case. Sembra quasi scontato dire che Natale è una festività europea – dopo tutto Gesù è nato nel Medioriente – ma uno sguardo attento alle tradizioni che caratterizzano questi giorni di festa rivela che questa festività non è un'invenzione occidentale: deve, infatti, molto di più al nostro comune passato pagano che a quello cristiano.
Uniti da tradizioni vecchie e nuove
Il 25 dicembre fu designato come celebrazione cristiana da un decreto ufficiale dell'Imperatore romano Costantino solo nel Quarto secolo dopo Cristo. La scelta di questa data scelta dimostra in modo evidente l'influenza del paganesimo: i teologi sostengono infatti che Cristo sia nato in settembre o in ottobre, ma Costantino posticipò la festa alla data della celebrazione pagana della rinascita del dio Sole. Che cade, appunto, con il solstizio d'inverno, celebrato il 25 dicembre.
Un'altra tradizione di origine pagana è quella dell'albero: quando decoriamo il nostro tedesco tannenbaum o albero di Natale, addobbiamo le pareti con festoni, ci baciamo sotto il vischio, non facciamo niente di nuovo: sono tutte cose che venivano fatte già molto prima della nascita di Cristo. Questa tradizione infatti risale addirittura all'antico Egitto, alla Grecia e all'antica Roma. I druidi della Britannia vedevano l'albero di Natale come un essere dotato di poteri magici proprio perché non perdeva mai le foglie. E intorno al Sedicesimo secolo in Germania gli alberi di Natale furono portati come tradizione nel Natale cristiano.
Coloro che abitano nell'Europa anglofona possono ringraziare i norvegesi per l'usanza di baciarsi sotto il vischio. Si racconta che Frigga, dea scandinava del matrimonio e della famiglia, piangesse il figlio defunto e che le sue lacrime si fossero trasformate in bacche di vischio e avessero fatto rinascere il figlio. Piena di gioia la dea iniziò a baciare tutti coloro che passavano sotto questa pianta chiamata vischio. I celti dell'Europa moderna devono ai loro avi la tradizione del ceppo natalizio:quest'usanza per cui i bambini decorano un ceppo che circonda un candela
Dalla mitra al cappello di lana
E ancora, l'Europa contribuì alle tradizioni natalizie con un personaggio carico di magia e caro a tutti: San Nicola. Quest'uomo leggendario, gioviale e generoso, avrebbe vissuto nel Quarto secolo in Asia Minore (l'attuale Turchia), e sarebbe il vescovo di Myra, Nicola, famoso per la sua generosità e per aver salvato tre povere sorelle impedendo che fossero vendute come schiave, rovesciando tre borse d'oro giù dal camino delle loro abitazioni. Il tempo e l'amore delle persone per queste piccole leggende avrebbe così trasformato San Nicola di Myra nel Babbo Natale che scende dai camini.
San Nicola è veramente un mito europeo: la sua leggenda ha viaggiato e si è diffusa nella maggior parte dei Paesi europei. Oltre ad essere infatti il personaggio che ha dato vita al mito di Santa Claus, il santo turco è "padre" di molte altre figure natalizie. In Olanda si chiama Sinterklass o Sint Nicolaas, che arriva a bordo di una nave dalla Spagna con Zwarte Piet, un aiutante maligno. In Finlandia troviamo invece lo Joulupukki o "capretta di Natale", un uomo anziano e molto buono che viaggia con la slitta partendo da casa sua in Lapponia per consegnare regali ai bambini. Nell'Europa anglofona diventa Father Christmas o St. Nick, nonostante il mito americano di Santa Claus (dall'olandese Sinterklaas) stia diventando sempre più popolare. Potrebbe sembrare il personaggio europeo più noto, ma Santa Claus non è l'unico a consegnare i doni. Durante le notti di fine dicembre infatti i cieli europei sono pieni di figure fantastiche: in Italia ad esempio i bambini ricevono la visita della Befana, un'anziana donna che viaggia su di una scopa magica, in Germania, Svizzera ed Austria è invece il Gesù Bambino a portare i doni.
Dappertutto in Europa i bambini vengono visitati durante la notte dal piccolo Gesù, la Piccola Stella o i tre Uomini Saggi.
Non solo poi l'Europa ha dato vita alle tradizioni natalizie, ma è anche l'inventrice di alcuni degli aspetti più commercializzati del Natale: il calendario dell'Avvento fece la sua prima comparsa nel mercato nel 1851, mentre i biglietti di Natale e i biscotti si diffusero in Inghilterra durante la metà dell'Ottocento. Ma è solo dopo l'avvento del Santa Claus della Coca Cola, nel 1931, che l'America si è guadagnata ufficialmente lo scettro delle tradizioni natalizie. Vuol forse questo suggerire che il futuro del Natale sarà quello di essere edulcorato dai commercialissimi bastoncini di canditi rossi e bianchi?