domenica 13 luglio 2008

Reggio Calabria, la città dei miti e delle leggende

Gazzetta del Sud, 13 luglio 2008
Tra cui quella della fata Morgana
Reggio Calabria, la città dei miti e delle leggende

Dora Anna Rocca
Reggio, terra di miti e di leggende. Un fenomeno unico al mondo che avvolse di mistero la città è quello che fu creduto dagli antichi opera della fata Morgana, la regina tra le streghe dei poemi cavallereschi. Nelle prime ore del mattino, in determinate condizioni, ad uno spettatore che si trova sulla costa reggina e guarda la riva opposta della Sicilia, potrebbe capitare di osservare per poco tempo, come se fossero molto ravvicinate, immagini in movimento della sponda opposta, pur se si trovano a notevole distanza. Quando le immagini appaiono semplici e dritte il fenomeno è detto Fata Morgana semplice; quando si ha una visione di immagini multiple o in concorrenza con oggetti reali o confusi con essi in piani diversi, si parla di Fata Morgana multipla. Scrisse Antonio Varano nelle sue Visioni:«In questo pel chiaror cristallo fido tante immagini vidi io, che all'alma parve che l'occhio fosse in presentarle infido». Ad osservare il fenomeno fu anche Padre Angelucci nell'agosto del 1643 che in "Ars magica luci set umbrae", X, una lettera citata da padre Kirkerii, descrive con incanto ciò che vide:«Il mare che bagna la Sicilia, si gonfiò e diventò per diecimiglia circa di lunghezza come una spina di montagna nera; e questo della Calabria spianò, e comparve un momento un cristallo chiarissimo e trasparente che pareva uno specchio, [.] In questo specchio comparve subito di color chiaroscuro una fila di più di diecimila pilastri di eguale larghezza ed altezza, tutti equidistanti [.] Questa è quella fata Morgana che 26 anni fa ho stimato inverosimile, ed ora ho visto vera e più bella di quella che mi si dipinse». Anche Ippolito Pindemonte così scrisse nel racconto a Temira:«E sul mare e nell'aria ordin fuggente di colonne con archi e dense torri e castella e pelagi a cento a cento, l'uno appo all'altro, e l'uno all'altro imposto: poi la scena mutando.». Racconta una leggenda probabilmente d'età normanna che durante un'incursione di Barbari il loro re, guardò dalla costa ionica la sponda opposta e vide un'isola incantevole con spiagge coperte di aranci e di ulivi, con un gran monte fumante – l'Etna – e una terra ubertosa, pensò di raggiungerla, d'un tratto vide una fanciulla che gli indicava la strada per entrare in Sicilia ma egli perì miseramente nelle acque dello Stretto. Questa fanciulla era Fata Morgana. Il fenomeno, unico al mondo, potrebbe confondersi con il miraggio che si verifica nei deserti o in pieno oceano, in realtà anche se si tratta di un fenomeno ottico è dovuto a cause concomitanti: ai vapori cristallini che funzionando da lenti, a guisa di diaframma si dispongono fra le due rive, alla speciale configurazione topografica di Reggio e dello stretto, alle maree e al soffio dei venti. La concorrenza di tanti fattori determina un fenomeno unico al mondo. Oggi sul lungomare di Reggio Calabria è posta una statua ispirata alla leggenda della fata Morgana, costruita con materiale che cambia colore con la luce del sole.