mercoledì 5 novembre 2008

CALENDIMAGGIO

CALENDIMAGGIO

Per la cristianità il mese di maggio è notoriamente dedicato alla Madonna. Dietro la tradizione cristiana è però tuttora presente l'eco di esperienza cultuali più antiche , che si perdono nel passato pagano e si riferiscono ai riti di maggio, presenti presso moltissime popolazioni celtiche.
Di questi rituali, inseriti all'interno delle pratiche del Calendimaggio, vi sono scarse memorie, anche queste molto scolorite, che da sole non sono in grado di restituire la grande diffusione incontrata nel passato dai tradizionali festeggiamenti praticati tra la fine di aprile e l'inizio di maggio.
In genere i "maggi" sono rappresentazioni alquanto articolate, realizzate da gruppi improvvisati o organizzate in seno alle cosiddette badie o confraternite laiche.
I gruppi si muovono all'interno di una comunità, cantando e recitando secondo un canovaccio spesso arcaico, via via reinventato e costituito da filastrocche, poesie, canzoni, serenate e altre forme di ritualità orale, anche accompagnate da aspetti coreutici quali la processione e in particolare la danza.
La caratteristica principale di questa antica usanza è una sorta di questua che porta di casa in casa la voce della natura, sempre premiata da un'offerta donata ai membri dei gruppi di giovani che "cantano maggio".
Strutturalmente i "maggi" possono essere suddivisi in due gruppi:
-i Maggi Lirici, che hanno toni marcatamente profani, costituiti da canzoni, musiche e azioni dirette a porre in rilievo gli aspetti più emblematici della stagione (quindi inni alla natura, all'amore, alla rinascita). Sono noti i Maggi Lirici con sostrato sacro, anche se meno diffusi e oggi ormai quasi totalmente dimenticati, nei quali i soggetti principali sono le anime del purgatorio (anche qui si tratta di rituali in cui prevale il tema della rinascita, in questo caso dell'anima). I Maggi Lirici sono anche chiamati Maggiolate.
-i Maggi Drammatici invece possono essere considerati una evoluzione sceneggiata dei Maggi Lirici, con l'apporto di figure recitanti e voci fuori campo, che donano al rito i toni caratteristici dell'azione teatrale. Nei Maggi Drammatici vanno segnalati alcuni elementi simbolici che, pur non essendo prerogativa di tutte le manifestazioni di questo genere, possono essere rinvenibili in diversi casi: la proglamazione di una Regina del Maggio, il dono di un ramo fiorito ai proprietari delle case davanti alle quali si cantano le odi, la questua, l'innalzamento dell'Albero di Maggio (evolutosi in alcuni casi in Albero della Cuccagna), l'accenzione di un falò e infine l'offerta di uova ai questuanti.
Quest'ultima tradizione si è poi diffusa dando origine al dono dell'uovo che è diventato simbolo del Dono della Rinascita, da cui il nostro Uovo di Pasqua.
Per quanto riguarda il tema dell'albero, ricordiamo che in passato, nella sera del 30 aprile, i giovani si recavano nei boschi e sradicavano un albero che poi piantavano nella piazza del paese come omaggio alle autorità locali. In cima si legavano doni, prevalentemente di tipo alimentare, e la cerimonia si chiudeva con la gara tra i giovani per arrivare in cima all'albero e raccogliere i prodotti legati lassù.
In alcune località le canzoni dei Maggi eano in prevalenza eseguite di giorno dalle donne, Spose di Maggio (solitamente zitelle o vergini), mentre il Canto delle Uova era quasi sempre maschile e notturno. In genere il canto di maggio può essere considerato una sorta di versione gioiosa e pagana delle drammatiche e cattoliche Rogazioni. Di qui probabilmente il tentativo di cristianizzarlo inserendo in tale canto alcune allusioni alla Madonna.
Si ha notizia di azioni contro i Maggi cantati durante le ore notturne e aboliti perché occasione di disturbo e perché la festa notturna evocava esperienze rituali "altre", collegabili al paganesimo e al satanismo. Non è casuale che in alcune fonti dei XVIII secolo vi sia l'indicazione chiara che i Maggi notturnifurono aboliti perché considerati pagani.
Va osservato che dietro queste ricorrenze vi è un retroterra cultuale precristiano molto articolato, che si estende dai Floralia romani al Bertane celtico: tutte le manifestazioni che si svolgevano tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio.
E' quindi proprio in questo sostrato che possono essere rintracciati gli elementi determinanti per la demonizzazione cristiana dei Maggi, in particolare quelli notturni.
Nella tradizione precristiana alcune figure centrali dei rituali erano femminili, per esempio le dee Flora e Maia: "i Romani, che festeggiavano Maia in maggio, ritenevano che il nome di questo mese provenisse dalla dea. La critica moderna tende invece a vedere nel nome Majus una derivazione diretta dalla stessa radice mag/crescere, diventar grande, da cui le parole Magis, Magnus, major" la cui trasformazione nell'interpretazione demonizzante ne ha fatto delle streghe adepte di Satana.
E' sicuramente da considerare come molte donne accusate di stregoneria dicessero di essere andate, durante la notte, in luoghi consacrati al culto seguendo una Bona Dea, oppure una Signora del Gioco, chiare reminiscenze delle dee pagane.
Le Floralia:
Toschi divea che "si trattava di feste estremamente licenziose, Giò nell'ultimo secolo della repubblica vi prendevano parte delle danzatrici-meretrici, le quali non aspettavano che le urlanti richieste della folla accesa di libidine per mostrarsi nude: degenerazione, o meglio illascivimento cittadinesco di un prisco costume che aveva in origine carattere ritualistico e un precuso scopo, quello di favorire, sul principio della magia simpatica, la fecondazione della terra e quindi promuovere il felice sviluppo di tutta la vita vedetale".
Proviamo ad immaginare l'evoluzione dell'atteggiamento comune nei confronti dell'archetipo femminile presente all'interno dei rituali dei Maggi: Flora, Maia e altre dee sono diventate Redine di Maggio nell'ambito del folklore, mentre Bona Dea e Signora del Gioco nell'ambito della stregoneria, evolvendosi infine nella figura della Madonna nell'ambito della tradizione cristiana.
"Per giungere a una soluzione esatta del problema è bene tenere sempre collegata la rappresentazione con l'insieme della festa di cui essa costituisce il punto culminante. Ora, la dedicazione del mese di maggio a Maria, l'istituzione degli altarini della Madonna per soppiantare i troni delle Regine di Maggio, la questua per le anime purganti, in una parola, il capovolgimento del significato delle feste di maggio da profano a sacro, è avvenuto soltanto in questi ultimi due o tre secoli."

dal libro: "Magia WICCA. storia, riti, cerimonie" di Cristopher Wallace