domenica 24 febbraio 2008

Primavera per 15 mila

Lunedì 25 Febbraio: IL GIORNALE DI VICENZA
Primavera per 15 mila:
Coinvolto tutto il paese Bene il servizio d’ordine
L’interminabile sfilata in costume ha celebrato tradizione, storia, cultura e vita dell’ alta Valle dell’ Agno. Riportati alla luce una infinità di abiti attrezzi e utensili di tempi andati
Chiamata di marzo una meravigliosa giornata di folla



C'era anche lei, la Primavera, ieri alla Chiamata di Marzo, onorando con la sua partecipazione una giornata felice e attribuendo alla tredicesima edizione i numeri della fortuna. Si è presentata avvolta da una eleganza piena di tepore, ammantata di azzurro Conca di Smeraldo e guarnita con il bianco della neve delle Piccole Dolomiti. Al suo fianco, sfavillante e radioso, un sole abbagliante con lo sfarzo anticipatore di una stagione che ieri nel centro termale, ha presentato le sue migliori credenziali.
Dopo una settimana piena di appuntamenti, ciascuno come un capitolo che è andato a formare una Chiamata di Marzo che si è riconfermata "grande", ieri il centro termale ha celebrato la tradizione, la cultura, la storia, la vita dell'alta valle dell'Agno. Come previsto alla 13.30 da via Bruni, alla periferia nord della cittadina, dove arrivavano folate d'aria proveniente dalla vicine montagne, si è messa in moto la sfilata aperta dal gruppo di cavalieri, dalle annunciatrici che offrivano al pubblico l'elenco dei 69 gruppi in sfilata e dal carro con un gigantesco gallo, simbolo di Recoaro, ideato nel 1658 da don Paolo Fracasso.
Ma già arrivava il ritmico suono del folto gruppo dei malghesi dei Ronchi, in camicia bianca pantaloni alla zuava, fez e calzettoni rossi, che percuotevano con una ciotola in legno un piccolo mastello a mo’ di tamburo. Ammirazione, curiosità e festa i sentimenti che si captavano tra il pubblico. Dall'inizio della sfilata in via Bruni e lungo le vie Obante, Campogrosso, Cavour, Roma, Resistenza, Pasubio, fino al piazzale della cabinovia, una marea di gente. Diecimila, quindici mila? Mille più, mille meno, il numero serve solo per dare la dimensione "biblica" della partecipazione popolare.
Già da metà mattinata gran parte dei parcheggi erano saturati da auto che avevano raggiunto il centro tremale per vivere tutta la giornata dedicata alla Chiamata di Marzo. I posti disponibili erano tremila. Poi, anche a sfilata in corso, gli autobus articolati delle Ftv andavano avanti e indietro lungo la statale, scaricando ondate di 150 persone al colpo. Da ponte Verde, dove i mezzi pubblici facevano capolinea era tutta una processione di gente, che con passo rapido si avvicinava al ponte della Filanda e oltre per assistere all'evento biennale della Chiamata di marzo. Le vie erano invase da rumori, suoni, odori e profumi. Sui carri c'era tutto un mondo, anzi un cosmo di pianeti chiamati a raccolta dalla bionda fatina della Primavera per esibire un emozionante e brioso museo etnografico itinerante.
Una dopo l'altra le scene si susseguivano con evidente significato del ruolo rivestito ed interpretato e con frequenti coinvolgimenti del pubblico, al quale venivano offerti tipici assaggi della gastronomia d'un tempo. La vita dei campi e del bosco era ben rappresentata, con tornemo dal bosco e dal prà, bruscare le visele, bater el furmento, i scalpellini. Come pure la vita domestica con la cusina del montanaro, la casara, la lissia, come se lavorava la lana. Anche il mondo fantastico aveva misterios i e inquetanti rappresentazioni: el canon de morato, briganti e contrabbandieri, le anguane, orco e archetto e l'anguana Etele e il mago della Spaccata, interpretati in modo efficace e suggestivo dalla biancovestita Adriana Dal Pezzo e da Sergio Lovato, che hanno creato un accogliente spazio tra i blocchi di cemento del parco di via Roma. Ammirata una inedita ricostruzione della Vaca Mora della contrada Rivelunghe. Tra le postazioni fisse la celebre ostaria dal Tracanela con il casoto de la fritola (una maliziosa ricostruzione del luogo in cui un tempo si poteva trovare un ammiccante sorriso).
Il fatto sorprendente è l'infinità di abiti, attrezzi, utensili, oggetti di tutti i tipi, originali d'epoca, che in questa circostanza tornano alla luce da remote cantine, polverose soffitte, madie intarlate e guardaroba segreti e riportati alla vita di un tempo per l'ammirazione del pubblico e la soddisfazione dei partecipanti. In mattinata sulle vie del centro i ragazzi della scuola media coordinati dal prof. Moreno Rasia Dani, avevano dato dimostrazione di come si giocava un tempo: è il risultato di una accurata ricerca che aveva coinvolto anche le famiglie degli alunni. Inoltre, nel teatro comunale si è svolta la premiazione del concorso vetrine dedicato alla Chiamata di Marzo e indetto dall'Ascom.
Il migliore allestimento è stato di Sonia Castagna del negozio Fantasie, secondo la famiglia Orsato dell'Aquila d'Oro e terzo Facchin Calzature. Al termine della sfilata sul piazzale della cabinovia, appena si sono accese le stelle, con il falò dell'Omo de paia, si è dissolto con alte fiamme il simbolo dell'inverno, a far posto alla invocata Primavera. Imponente la tredicesima Chiamata di Marzo che si è riconfermata la regina delle manifestazioni recoaresi. Circa quindicimila persone, arrivate a Recoaro anche da lontano, 69 carri e gruppi che hanno sfilato e ben 1025 figuranti, o primi attori della manifestazione. Il presidente del Comitato, Alberto Camposilvan, è felice, anche se un po' frastornato da un lavoro che con il comitato hanno gestito per una settimana intera. Con il brindisi conclusivo, tra pochi amici, ripete gratitudine e soddisfazione per il concorso generale della gente e delle contrade. "Sono loro - ha commentato - che fanno grande la Chiamata di Marzo. In particolare è dovuto il ringraziamento alle 150 persone, che fin dal mattino, hanno assicurato un efficace ed eccellente servizio d'ordine: carabinieri, polizia municipale, alpini, protezione civile, associazione carabinieri e altri ancora che hanno dato un indispensabile sostegno a questa manifestazione. Credo che la Chiamata di Marzo abbia direttamente o indirettamente coinvolta tutta la cittadina termale, che ancora una volta ha dimostrato quella vivacità che da sempre l'ha contraddistinta".

di Luigi Centomo