venerdì 5 febbraio 2010

DAL CONTADINO RE (per un giorno) alla folle bagarre

Il Sole 24 Ore, 09/02/1986
DAL CONTADINO RE (per un giorno) alla folle bagarre
Nicolo' Costa

Durante gli Anni 60 e 70, il carnevale sembrava una festa avviata ad inesorabile decadenza. Sembrava la patetica sopravvivenza di un mondo antico, il residuo di una societa' arcaica che volgeva verso il tramonto. Nei primi Anni Ottanta, invece, e' stato riscoperto, ravvivato, resuscitato. Il piu' noto protagonista di tale rinascita e' di certo Maurizio Scaparro, che quest' anno ha preso in mano il carnevale di Venezia dopo averlo reinventato nel 1980-82. Ma un po' in tutta Italia _ da Viareggio ad Acireale _ gli assessorati alla cultura, le Pro Loco e talvolta le Aziende autonome di soggiorno si sono alleati per rilanciare questa antichissima festa popolare. Eppure, e' difficile sostenere che il significato culturale del carnevale sia uguale ovunque. Piuttosto acquista un valore e un senso diversi da una citta' all' altra. Tentiamo allora di interpretarne le molteplici caratteristiche. 1) Il carnevale e' tuttora un rituale agrario in cui prevalgono elementi prettamente magici. Ad esempio, a Castelnuovo al Volturno, in provincia di Isernia, si svolge una pantomima denominata . Il rito si svolge secondo alcune precise tappe: un uomo, travestito con corna e pelli, scatta al suono di una zampogna, si rifugia sui monti, viene catturato e simbolicamente ucciso. Questo , che e' simile al rogo del tradizionale fantoccio antropomorfico, si qualifica come esorcismo del male futuro. Nel caso di Castelnuovo, si tratta di esorcizzare il banditismo che imperversava da quelle parti e aveva i suoi covi sulle montagne circostanti. Piu' in generale il sacrificio e' un tentativo per non far apparire l' eterno ritorno del male (le malattie, i nemici, la morte, la carestia), sconfitto dalla compatta solidarieta' del villaggio. Le stesse motivazioni si ritrovano a Orotelli (Nuoro) e Mezzojuso (Palermo). Questo tipo di carnevale sta praticamente scomparendo. Nella societa' industriale, le forze del male vengono affrontate con tecniche razionali e non con pratiche magiche. Percio' chi si traveste da profeta _ come e' successo qualche giorno fa a Venezia _ per fare cessare il maltempo e far rientrare l' acqua alta, e' soltanto un clown, un simpaticone che scherza con gli esorcismi per intrattenere gli amici. Se si fosse travestito da profeta con intenzioni serie, gli amici lo avrebbero invitato ad andare da uno psichiatra. 2) Il carnevale simula il conflitto sociale, cioe' lo scontro tra gruppi sociali che si odiano profondamente, oppure, piu' genericamente, simbolizza l' invidia per i ricchi e i potenti. Questa matrice e' prettamente medioevale. Ad esempio, a Ivrea, si svolge uno scontro a colpi di arance tra nobili e popolani che, nella finzione del carnevale, riescono regolarmente a vincere, capovolgendo la struttura gerarchica della societa' . Questo aspetto si e' accentuato negli ultimi anni e, comunque, non e' scomparso. I cortei mascherati e i carri allegorici di Viareggio e di Verona satireggiano i potenti del sistema, l' e' lite politica ed economica che e' al centro dell' attenzione collettiva per prestigio e ricchezza. Percio' la gente, che vuole essere al posto dell' e' lite, inventa slogan sarcastici e spera cosi' di corroderne il prestigio e l' autorevolezza. L' aggressivita' non e' spostata all' esterno su un fantoccio da bruciare, ma e' proiettata all' interno della stessa comunita' . Lo sa bene chi ricorda i carnevali degli Anni Cinquanta. Chi parla puo' ricevere in bocca un pugno di coriandoli chi balla in maschera puo' fare la manomorta chi e' travestito puo' picchiare con un bastone plastificato si puo' andare tutti quanti a svegliare di notte l' amico che sta dormendo con la moglie, di cui si invidia la bellezza si puo' mettere la polverina sul registro del professore per vederlo starnutire e lacrimare, ecc. A Carnevale si rende manifesto un aspetto particolare del comico: l' irrisione che nasce dal risentimento. Le beffe sono atroci e clomorose come quelle goliardiche o quelle fatte in caserma. 3) Il carnevale e' uno spettacolo della . Questo aspetto prevale soprattutto a Venezia. Qui il carnevale si annuncia come lo spettacolo piu' fastoso e maestoso d' Italia. L' Obiettivo esplicito e' quello di attrarre lo straniero, il . L' irrisione e l' esorcismo non sono essenziali. Conta l' uso teatrale della citta' , che e' diventata un di ben 18 spettacoli ufficiali. Parallelamente, a San Marco sono stati allestiti un caffe' della Serenissima e uno orientale. Sotto lo sfavillio di lampadari e candelabri bianchi e oro, San Marco sara' quello che non puo' non essere (tempo permettendo): la pista di danza per gente venuta da ogni posto. I giovani danzeranno a ritmo rock lungo i campi e campielli. La Fenice andra' a Parigi per dimostrare la superiorita' immaginifica e creativa dei veneziani rispetto a Nizza. Il carnevale di Venezia e' paradigmatico delle nuove tendenze che si stanno affermando in Italia: trasformare la festa pagana in elemento artificiale della , in evento dominato dal gioco delle belle apparenze. Si va a Venezia per vedere e farsi vedere. L' abito strano e la maschera non legittimano alcuna trasgressione. Tant' e' vero che un certo Spiller, che quattro anni fa si travesti' da fallo, e' stato assolto perche' il fatto non costituisce reato. Saltimbanchi e ciarlatani non scandalizzano piu' nessuno perche' la festa e' come sono provvisori tutti i valori della societa' contemporanea.